Una delle più belle notizie dell’anno scorso è stata la sconfi tta dell’Isis. A quanto pare, il sedicente Stato Islamico è stato soppresso riconquistando le città che esso governava in Medio Oriente; fra queste la principale era Raqqa in Siria. Uno studente universitario, con lo pseudonimo di Samer, ha tenuto dal 2013 al 2016 un’agenda, ora pubblicata da Mimesis con il titolo I diari di Raqqa (pp 112, euro 15). Il quadro che emerge dalle descrizioni del giovane attivista è inquietante. Il terrore creato dalla furia ideologica del fanatismo islamista domina la vita quotidiana della popolazione. Ogni pretesto è buono per spargere sangue con pubbliche fustigazioni e decapitazioni. Ogni sospetto di minimo scostamento dall’interpretazione più estrema della Sharia accende i riflettori dei seguaci dell’autoproclamato Califfo: fumare una sigaretta, ascoltare musica o navigare in internet sono causa di persecuzione. Per non parlare dell’omosessualità: ma anche in questo caso si rivela la natura dispotica del movimento. In effetti nel caso sia coinvolto un loro esponente, la pena si riduce alle frustate, per gli altri scatta la pena capitale venendo gettati giù da un alto palazzo. Scorrere le pagine del libro fa capire quanto abbia ragione papa Francesco a rifiutarsi di applicare le categorie di scontro di civiltà o guerra di religione ai terroristi islamici. Come si capisce bene, le prime vittime del Daesh sono infatti i musulmani, colpiti da un’ideologia totalitaria che vuole controllare ogni aspetto della vita della gente, imponendo persino direttive sulla lunghezza dei pantaloni. Ci si rende anche conto, leggendo il volume, di quanto intricata sia la situazione siriana: governo di Assad, miliziani dell’Isis, ribelli organizzati, truppe straniere (che bombardano) sono lo scenario in cui si muovono le persone comuni, che nonostante tutto, come testimonia il diario del giovane Samer, cerca di sopravvivere con dignità.
Fabrizio Casazza