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Vescovo Guido: «La Locanda della Misericordia, un evento nato dal Giubileo»

Il Giubileo straordinario della Misericordia, fortemente voluto da papa Francesco, ha avuto inizio l’8 dicembre 2015 e si è concluso il 20 novembre 2016. Ad Alessandria ha “generato” diversi momenti di confronto e condivisione. Tra questi, il Giubileo delle famiglie e delle sue ferite: l’inizio di un percorso, che a quasi un anno e mezzo di distanza sta cominciando a dare i primi frutti.

Eccellenza, che cosa ha visto in questo periodo come Pastore della diocesi sul tema della misericordia?
«Io credo che il Giubileo della Misericordia sia stato un evento importante per la storia della nostra diocesi, nel senso che ha riportato sotto il nostro sguardo la misericordia. Devo dire che, a fronte di tanti giubilei, è quello che finora nella mia vita ho trovato più incisivo nella realtà e nella pratica della vita delle persone. Ha lasciato un segno nella nostra diocesi. Questo segno si è tradotto in diversi percorsi, ma quello nel campo della pastorale familiare è stato il più incisivo e concreto. L’atteggiamento di misericordia che è partito dal Giubileo ci ha poi portato a iniziare un cammino con gli operatori di pastorale familiare, in particolare riferito alle situazioni di fatica delle famiglie. Ha visto il coinvolgimento di tante persone per un anno, e adesso sfocia da un lato nella “Locanda della Misericordia”, dall’altro, contemporaneamente, nel Tribunale ecclesiastico diocesano».

Cosa possiamo dire del tribunale ecclesiastico diocesano?
«Il tribunale ecclesiastico diocesano vuole essere la risposta al disagio di tanti fedeli che hanno problemi riguardo al loro matrimonio. Le separazioni ormai sono oltre il 50%, anche per le unioni celebrate in chiesa. Noi ci troviamo con un numero elevatissimo di fedeli che si trova con una esperienza matrimoniale fallita alle spalle: se vogliamo dare loro un aiuto da un punto di vita pastorale, abbiamo anche il compito di darne uno dal punto di vista sacramentale. In altre parole, dobbiamo discernere se il sacramento che avevano celebrato con il loro coniuge era veramente un sacramento, oppure no. Per fare questo credo che ci sia bisogno di una vicinanza ben maggiore rispetto a quella di un tribunale regionale».

Ma è già attivo il tribunale in diocesi?
«Sì, il tribunale sta già accogliendo le prime cause».

Non le sembra che, in ambito di pastorale familiare, vada rivista e ripensata anche tutta la parte di preparazione al matrimonio?
«Certamente. Ci stiamo provando. Nella lettera pastorale ho indicato un percorso che può sembrare strano, perché parte dalla fine. Infatti, solo quando riusciamo a capire le malattie della coppia nel loro manifestarsi, e a ragionare sulle loro origini, riusciamo a impostare un cammino verso il matrimonio “igienico” e salutare. Quando invece non siamo ben consci delle patologie che potremmo incontrare, rischiamo di fare dei cammini leziosi e insufficienti. Quindi il percorso parte dalle patologie della famiglia per capirne le ragioni, per impostare u n a pastorale familiare preventiva, in modo tale da capire tempi e modi in cui insorge la malattia».

È un caso che la “Locanda della Misericordia” parta in Quaresima?
«Non l’abbiamo scelto, è la Provvidenza! Questo ci fa capire che la vita della famiglia chiede purificazione per poter giungere alla gioia della risurrezione. Credo che sia uno stimolo in più per riflettere e aiutarci a intraprendere cammini di conversione effettivi e profondi, perché la conversione porta sempre al bene». Lei parteciperà agli incontri? «Qualche volta mi farò vivo, ma non sono io il centro della questione. Confesso però di essere molto curioso… non vedo l’ora di vedere come andrà a finire!».

A cura di Andrea Antonuccio 

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