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Siria. Guerra. Preghiera. – l’Editoriale di Andrea Antonuccio

«Fratelli e sorelle, tutto questo è disumano. Non si può combattere il male con altro male. E la guerra è un male». Queste parole, pronunciate da papa Francesco in piazza San Pietro domenica 25 febbraio, subito dopo l’Angelus, sono il motivo per il quale abbiamo voluto dedicare una «controcopertina» di Voce alla tragedia, una vera e propria emergenza umanitaria, che si sta consumando in Siria. In realtà, il conflitto in quella martoriata regione del mondo dura da sette anni. Un lasso di tempo abbastanza lungo da farci dimenticare che là c’è una guerra. Che cosa sia una guerra, oggi se lo ricordano solo i nostri genitori (o i nostri nonni, se ancora li abbiamo). Noi non ne abbiamo idea, viene quasi più facile parlare di politica. «Questo mese di febbraio è stato uno dei più violenti in sette anni di conflitto: centinaia, migliaia di vittime civili, bambini, donne, anziani; sono stati colpiti gli ospedali; la gente non può procurarsi da mangiare…» ha proseguito il Papa nel suo appello in piazza San Pietro. Guardate ancora la foto che abbiamo pubblicato: un padre (presumibilmente), con il figlio ferito in braccio. Non ho potuto fare a meno di pensare che quel padre, sfiancato dalla disperazione, avrei potuto essere io. Tra le braccia, egli tiene tutto il dolore del mondo. Mi chiedo che cosa possiamo fare per impedire questo massacro. Potremmo provare ad aiutare chi cerca di aiutare, come i salesiani presenti a Damasco (leggete la lettera di don Mounir, e approfondite su www.missionidonbosco.org). E pregare, come ci chiede il Pontefice: «Preghiamo insieme Dio che questo avvenga immediatamente».

Andrea Antonuccio

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