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Vescovo Guido: «Votare è un dovere importante. Ma con quelle leggi elettorali…»

Eccellenza, che cos’è per lei la politica?
«La politica è l’arte di governare la polis: la società. Quindi è una cosa importante, direi indispensabile. Ci vuole qualcuno che lo faccia, e questo qualcuno ha una grande responsabilità perché ciò che dispone per il bene comune influenza tantissima gente. Deve fare in modo che le persone possano vivere bene, a loro agio, nella loro società».

Bisogna andare a votare?
«Secondo me votare è veramente un dovere importante. La scelta di coloro che devono dare forma alla nostra polis, alla nostra società, è una scelta importante nella quale dobbiamo essere presenti e dalla quale ho la sensazione che le democrazie occidentali stiano cercando di escluderci. Il pericolo è ridurre la politica a un tecnicismo astruso nel quale, alla fine, si arriva a non dover rendere conto a nessuno, facendolo in questo modo diventare un gioco tra pochi. Non dovrebbe essere così per natura, poiché si parla di governo del popolo».

Secondo lei vale la pena impegnarsi direttamente in politica, oggi?
«Sì! Vale decisamente la pena ed è un dovere che dobbiamo prendere sul serio soprattutto noi cattolici, per tenere viva una concezione di politica come servizio in un mondo in cui è sottinteso che tutto ciò che si fa, si fa per interesse. Infatti il nostro mondo occidentale, al di là delle varie forme di governo, è in realtà nella sua forma più banale una “economocrazia”. La politica è asservita all’economia, che è il metro di ogni cosa: è il metro della comunicazione, per cui tutto ciò che si comunica lo si comunica filtrato da criteri di redditività economica della comunicazione stessa, e non semplicemente perché è una cosa vera o importante; è il metro del lavoro, che non è principalmente la modalità con cui l’uomo prolunga l’atto creativo di Dio ma è valutato molto strettamente in base alla sua economicità; è il metro della politica, perché nella desertificazione di valori e di ideali prodotta dal relativismo l’unico valore rimasto che si impone con la sua forza e autorità è quello economico, che finisce quindi per polarizzare la vita della società, politici inclusi. E infine è il metro di valutazione generale, perché in tanti casi ciò che è utile all’uomo si rifà, prima che ad altro, all’utile economico».

Eccellenza, che cosa si aspetta dalla politica dal punto di vista sociale? Si augura un cambiamento?
«Sì, me lo auguro ma ho la sensazione che ne siamo ancora molto distanti, almeno a giudicare dalle leggi elettorali che continuano a limitare sempre più la libertà di scelta del cittadino. Come per difendere da un estraneo un proprio possesso».

A cura di Carlotta Testa 

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