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Vescovo Guido: Pasqua, atto di fede in Dio

Eccellenza, che cos’è la Pasqua?
«In ebraico Pasqua significa passaggio, e indica il passaggio del Signore in mezzo al suo popolo, un passaggio di salvezza, di redenzione. Cioè di liberazione. Questo passaggio di Dio diventa un momento di passaggio per il popolo, che si trova ad abbandonare le tristi sicurezze del suo presente, per affrontare l’incognita di un cammino verso una terra promessa che verrà raggiunta solo 40 anni dopo».

Il popolo di Dio siamo noi. Che cosa ci viene chiesto?
«Il passaggio di Dio chiede al popolo la fede per compiere il “passaggio” del Mar Rosso, con il pericolo incombente di essere sommersi dalle acque. In realtà la chiave è un grande atto di fede in Dio. Mosè si trova con un popolo terrorizzato perché vede avanzare a grande velocità l’esercito egiziano con i carri e i cavalli dietro di sé, e davanti non ha sbocchi: solo il mare. Mi ha sempre colpito l’atteggiamento di Mosè che in questa circostanza con una fede quasi spavalda parla al popolo dicendo che vedranno con i loro occhi l’azione potente di Dio, ma al versetto seguente è Dio che prende la parola nei confronti di Mosè dicendogli: “Perché gridi verso di me?”. Evidentemente Mosè stava patendo la fatica dell’atto di fede, e Dio gli dà un ordine apparentemente assurdo: prendere quel bastone mediante il quale ha fatto diversi segni alla corte del Faraone, e andare a percuotere le acque del Mar Rosso. Non è l’intervento che ci attenderemmo… (sorride). Eppure Mosè obbedisce, vincendo quel rispetto umano che lo farebbe sembrare solamente uno stolto. Le acque si dividono, e il popolo può passare a piedi nel mare».

Qual è l’atto di fede pasquale da compiere oggi, ad Alessandria?
«Secondo me oggi ci viene chiesta la difficile banalità di credere veramente nel Signore, esprimendolo nella quotidianità della nostra vita. Intendo dire che il perseverare nel prendere radicalmente sul serio gli insegnamenti di Gesù di fronte a un mondo che ci deride e ci guarda con sufficienza, o non ci guarda nemmeno, chiede una grande fede e la vittoria su quel rispetto umano che ci chiederebbe di “conformarci alla mentalità di questo secolo”. Mentre siamo chiamati a lasciarci “trasformare rinnovando il nostro modo di pensare per poter discernere la volontà di Dio” (cfr Rm 12,2). In effetti il discernimento a partire dalla Parola di Dio che ci chiama inesorabilmente a una trasformazione è proprio il cammino che abbiamo intrapreso come Chiesa alessandrina, sulla scorta dell’invito di papa Francesco. In questo senso stiamo compiendo un cammino pasquale!»

Ci racconta una sua Pasqua particolarmente significativa?
«Una delle più belle celebrazioni della Pasqua l’ho vissuta quando ero assistente della Comunità Scout di Soviore. Soviore è un santuario nelle Cinque terre dedicato alla Madonna, il più antico della Liguria dal momento che risale all’VIII secolo. Attorno al rettore del santuario, a partire dagli Anni 80, un gruppo di scout ha costituito una comunità che si è occupata di organizzare dei campi mobili, detti anche “Route”, di spiritualità in stile scout, con molta strada e molta liturgia. Nel 2010 ho avuto la Grazia di celebrare il battesimo di una ragazza convertita dall’ateismo, alla quale, con il permesso del Vescovo, ho conferito i sacramenti dell’iniziazione cristiana nella Veglia pasquale che concludeva la Route. Questa ragazza, pur essendo di Milano, aveva maturato la sua fede in un percorso personale frequentando per lo più la pastorale giovanile di Genova. Non avendo lei una vera comunità cristiana, le ho suggerito di ricevere il Battesimo in quella comunità scout che si ritrovava due volte all’anno, e nella quale erano presenti alcuni giovani che lei conosceva già. Questa ragazza ha acconsentito, pur essendo l’antitesi del cammino fisico, e ha vissuto un’esperienza molto toccante che si è poi rivelata veramente il “passaggio” di svolta della sua vita: è stato un momento in cui ha sentito in modo profondo la presenza di Dio e la Comunione dei Santi. E questo è stato per lei un indirizzo di vita, che si è lentamente incarnato e declinato nelle pieghe della sua vita, nelle scelte, talvolta molto difficili, da compiere. La fatica di trovarsi con un fidanzato ateo, che in seguito si è convertito; la scelta di sposarsi, di nuovo a Soviore; le scelte riguardanti il lavoro, improntate a un’autentica spiritualità cristiana; la nascita della figlia e il conseguente “riassetto” degli equilibri e delle dinamiche familiari e di lavoro… insomma, la normalità della vita vissuta nella straordinarietà del rapporto con una Persona che diventa elemento appassionante e divorante, attraverso il quale tutto cambia di significato. I miei occhi hanno avuto la Grazia di vedere questa Pasqua: un passaggio, insieme forte e delicato, di Dio nella vita di una persona che ha accettato la sfida di dire il suo “sì”. Il ripetersi di tali “Pasque” nelle vite delle persone è per me motivo di una convinzione sempre più forte su un fatto: il Signore farà grandi cose tra noi, popolo della Chiesa di Dio che vive ad Alessandria».

Andrea Antonuccio

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