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Speciale Giorno della Memoria – Le ideologie non colgono l’umano

Intervista ad Angelo Teruzzi, direttore ufficio scuola

Professor Teruzzi, che cosa pensa della ricorrenza del Giorno della Memoria?
«Quanto più il tempo passa e ci allontana dai fatti della tragedia della Shoah e i testimoni diretti vengono meno, tanto più è necessario trovare dei modi efficaci per tener desto il ricordo e mantenere nell’ambito della storicità ciò che è successo. Oggi la storia, intesa come sapere storico, non gode di grande favore, e questo riguarda anche le vicende della Shoah, innanzitutto perché la fiducia di poter conoscere la verità è messa in dubbio da un generale clima di scetticismo e di relativismo, e in secondo luogo perché la nostra è una società della distrazione. Appena cerchi di interessarti di una cosa, sei subito invitato a guardarne un’altra».

Perché ricordare un passato sempre più lontano?
«Vorrei rispondere in un modo brutale e polemico: se si pensa che l’uomo sia frutto del caso, un mero prodotto dell’evoluzione biologica, e il suo comportamento sia totalmente determinato dalle circostanze e dalle dialettiche del potere, allora non avrebbe senso ricordare certi fatti del passato, non più di come un cane, per esempio, può ricordare una bastonata ricevuta da piccolo, per evitare di imbattersi in seguito nello stesso bastonatore. Ed è per questo motivo che è pericolosa la retorica…».

Di quale retorica parla?
«Di quella che si rischia in certe commemorazioni, dove si evita di stare di fronte ai fatti storici nella loro cruda verità, cercando di capire il perché sia stato possibile una tragedia immane come la Shoah, nata nel cuore dell’Europa al culmine del suo “progresso” moderno. Non basta suscitare commozione, è necessario cercare di capire se si vuole davvero che non accada più nulla di simile».

Quali sono state le ragioni che hanno portato alla Shoah?
«Innanzitutto è necessario non censurare i fatti ed essere attenti a ricostruire le vicende in tutte le connessioni possibili. E poi bisogna tener presente che sono gli uomini i protagonisti delle vicende storiche, con le loro libertà e intelligenze, con la loro progettualità, nell’unità di un popolo, che cercano di vivere e migliorare le proprie condizioni, confrontandosi con altri popoli. Ora, nel Novecento sono le ideologie che hanno cercato di dar consistenza storica ai movimenti degli uomini, li hanno indirizzati alla realizzazione di un “mondo migliore”. Anche il nazismo, o nazionalsocialismo, aveva come scopo il miglioramento dell’umanità».

Ideologie e totalitarismo sono concetti risaputi..
«Risaputi sì, ma forse non ben compresi. Intanto i totalitarismi furono diversi, bisogna almeno ricordare quello comunista: anche le decine di milioni di morti in Unione Sovietica non possono essere dimenticati. Ma bisogna poi chiedersi, visto che i totalitarismi sono stati una invenzione degli uomini e non una fatalità, se ne siamo veramente usciti, e in che modo. Ogni anno io mi chiedo quanto la Shoah ci insegni, quanto, in particolare, siamo attenti a vedere come la dignità degli uomini sia stata repressa perché non colta nella sua apertura trascendente. Le ideologie che negano Dio, come possono capire l’uomo?».

Leggi anche: La Chiesa e la Shoah del professor Agostino Pietrasanta ( http://lavocealessandrina.it/?p=10427&preview=true )

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