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Favor debitoris – Il decreto legge 135/2018

Uno strumento prezioso per alleviare la sofferenza della famiglie indebitate con la conversione in legge del decreto legge 14 dicembre 2018, n. 135 è stata promulgata una norma che, se applicata, può essere preziosa. In questi anni sono prevalse a tutti i livelli le ragioni dei creditori. Abbiamo così assistito alla produzione e applicazione di leggi dello stato, di normative amministrative di Bankitalia e Consob, di sentenze, squilibrate, questo squilibrio ha infine portato: alla svalutazione del patrimonio immobiliare italiano; al trasferimento nelle mani di cowboy arrivati da tutto il mondo di parte della ricchezza italiana; a circa 150.000 fallimenti e a più di un milione di Pmi «uscite volontariamente dal mercato» a migliaia di suicidi; a due milioni di famiglie sovraindebitate irrimediabilmente e ad altri due milioni di famiglie pronte a scivolare nel baratro del sovraindebitamento per piccole somme. Il peggio del peggio era costituito da quella parte della legge 119 / 2016, che cambiava profondamente le norme dell’articolo 560 cpc.

Non era, forse, la peggiore, da un punto di vista economico, nell’accentuare il profondo squilibrio fra creditori e debitori, ma era senz’altro la peggiore da un punto di vista morale. Si basava sulla concezione ottocentesca per cui la “robba” e la valorizzazione della “robba” valgono più delle persone (ricordatevi Mazzarò e Don Gesualdo di Verga). Un solo esempio pratico vale più di mille parole: stiamo parlando della norma per cui Roberta, malata terminale di Sla, che non può Più muoversi e parlare, poteva essere sloggiata dalla sua casa molti mesi prima della eventuale vendita della casa e sarebbe stata costretta a separarsi dal figlio 14enne. L’ordinanza del tribunale di Milano che riportiamo dal quotidiano “Libero” evidenzia la profonda immoralità della norma. «Appare opportuno disporre la liberazione del bene, al fine di assicurare una migliore conservazione dell’immobile e una più intensa tutela dell’interesse dei creditori».

La valorizzazione della “robba” è ormai preponderante persino rispetto ad una malata e madre ormai in fin di vita che vorrebbe trascorrere il poco tempo che le rimane vicino a suo figlio, e non in una casa di cura. Finalmente, con la conversione in legge del decreto – legge 14 dicembre 2018, n. 135, è stata promulgata una norma che attua un parziale riequilibrio dei rapporti tra creditori e debitori. Il debitore può rimanere nella sua casa sino al decreto di trasferimento. Se l’immobile verrà venduto può trovarsi con i tempi necessari un immobile in affitto. Il custode può consentire il diritto di visita per compratori e rivolgersi al Giudice delle esecuzioni per sloggiare il debitore, qualora non mantenga la casa pignorata, ostruzionisticamente, in buono stato.

Viene ripristinata la vecchia norma. Quante posso essere le famiglie che, grazie a questa norma, vedono ridotte le loto sofferenze e difficoltà? Partiamo da quale sarebbe stato il numero degli sloggiati nel 2019? Si contano 131 mila esecuzioni immobiliari in corso nel 2017 su immobili residenziali (quasi esclusivamente prime case), con 17 miliardi di euro valore dei 131 mila immobili e 130 mila euro valore medio delle esecuzioni, e un totale di 450 mila persone coinvolte e sloggiate. Invece, quale sarebbe stato il numero degli sloggiati nei prossimi due o tre anni? Si conterebbero 225 mila esecuzioni immobiliari su immobili residenziali (quasi esclusivamente prime case), salirebbe a 30 miliardi il valore delle stesse in euro e rimarrebbe invariato il valore medio delle esecuzioni. Mentre sarebbero 800 mila le persone coinvolte e sloggiate. Sono coinvolte ora circa 130 mila famiglie. Avrebbero potuto arrivare a 250.000. Esiste finalmente una norma che tutela i più deboli, ricostruendo un minimo di equilibrio tra creditori e debitori. Ora la nuova norma deve essere applicata alle decine di migliaia di sloggi già intimati. Va fatta conoscere capillarmente per tutelare i risparmi e l’unità delle famiglie. Può essere l’inizio di un equilibrio fa creditori e debitori.

Giovanni Pastore

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