“Fede e medicina” di Franco Rotundi
Possiamo dire, comunque finisca questa tragedia, da un punto di vista sanitario ed economico, di essere piuttosto delusi dalla scienza (leggi anche Cosa si porterà dietro il virus?). Diciamolo subito: in questa terribile “congiuntura” di privazione della messa comunitaria con il perfetto incontro con il Signore nella Eucarestia, sperando di avere mai più una simile esperienza, risuonano forti le parole di Geremia: «Stolto è l’uomo che confida nell’uomo».
Partiamo ancora da qui. Giustamente “intoccabile” è stato il significato della ricerca scientifica: per i tumori, le malattie cardiovascolari, le malattie rare, ecc. Che cosa è successo?
Dall’inizio di questa storia gli scienziati, i virologi, poi gli infettivologi hanno veramente detto di tutto e il contrario di tutto, pochi ammettendo di saper poco o nulla, nessuno ammettendo di avere sbagliato, anche in buona fede. Nessuno, ora, ci fa una “prognosi” precisa sia sulla evoluzione, sia sul “confinamento” terribile specialmente per i giovani, marginalmente vittime, per ora e grazie a Dio, della malattia. Sono proprio deluso, pur non dovendo e volendo certo puntare il dito su alcuno. Insisto a pensare al “dopo” e al “meglio”: gli sforzi della Ricerca saranno confermati o devoluti anche in altre direzioni?
Insisto, ed è medicina, non morale o tantomeno politica: sarà un’occasione per orientare la Ricerca e i fondi sanitari verso una vera “Medicina sociale”, senza colore politico, peggio economico? Una “serena” provocazione: tanti fondi per la ricerca scientifica “tout court” non potrebbero essere destinati anche ad aiuti alle famiglie, alle mamme in difficoltà che molte volte, per motivi “economici” ricorrono all’aborto volontario?
La prima e vera cura “medica” della nostra società di oggi sta proprio nella soluzione del problema demografico: una società vecchia, priva di giovani, è la più fragile proprio dal punto di vista sanitario. Il vero malanno profondo, detta da medico, e non certo da sociologo è proprio nel creare una società vecchia, illudendosi di trovare una soluzione che elimini la fragilità della vecchiaia, grazie alla ricerca.
Forse per fronteggiare dignitosamente tutte le epidemie che potranno venire, indipendentemente dalla prevenzione, servono tanti ospedali con tanti posti letto per curare, e tanti medici “giovani” in grado di curare, e non di ammalarsi e di dover essere curati a loro volta. Affidiamo ancora queste umili riflessioni alla intercessione della Santissima Vergine: suo Figlio e nostro Dio, nella sua Morte e Resurrezione ci ha detto tutto.
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