“La testa e la pancia” di Silvio Bolloli
Nonostante i buoni propositi del nostro ultimo corsivo che, ovviamente, i vertici del calcio italiano non hanno letto, qualcuno continua, per meri interessi di bottega, a dar vita ad un teatrino veramente poco edificante non solo sostenendo la necessità del mondo pallonaro di riprendere al più presto a competere ma, addirittura, scagliandosi contro le istituzioni preposte, in primis contro il ministro Vincenzo Spadafora.
Il massimo campione di questa linea, ad avviso dello scrivente poco responsabile, è il presidente del massimo organismo rappresentativo delle società sportive, Paolo Dal Pino, che ha bollato come “demagogiche” le espressioni del ministro rivendicando la necessità di una data certa per la ripresa delle attività sportive e nascondendosi dietro i numeri roboanti del pianeta calcio quale volano dell’economia. Gli ha fatto eco Igli Tare, già brillante calciatore e attualmente manager di punta della Lazio, il quale ha addirittura affermato che il calcio di Serie A sarebbe oggetto di discriminazione a livello sportivo.
Viene da domandarsi se questi personaggi siano in buona fede, mentre parlano, o se non siano veramente consapevoli delle enormità che hanno profferito. Calcio discriminato quando recita la parte di egemone nel panorama sportivo italiano, e non solo, da decenni a questa parte? Numeri dell’economia ineludibili o “che parlano da soli”, sempre per citare testualmente Dal Pino, quando vi è un bene ancora più prezioso che è quello della salute, in questo caso pubblica? Esigenza di una data certa quando le scadenze sono di competenza delle autorità Sanitarie preposte e non certo del governo?
Anche un ex calciatore dotato di intelletto come Demetrio Albertini (leggi anche Calciatori e sindacato tra privilegi e “lagne”) mi è abbastanza scivolato sotto i tacchi quando, di recente, per paragonare lo stato confusionario del Milan, non ha trovato niente di meglio che operare una poco appropriata similitudine con l’ultima conferenza stampa del presidente del consiglio. Per fortuna, però, anche nel muro non più granitico del mondo calcio, qualche crepa importante ha cominciato a insinuarsi.
La prima è stata quella della Federcalcio, organismo istituzionale presieduto da Gabriele Gravina, che ha correttamente messo in evidenza come la salute, anche quella degli atleti, debba necessariamente venire al primo posto e, più di recente, quella di Renzo Ulivieri il quale, da presidente dell’associazione degli allenatori, si è coraggiosamente schierato a difesa del governo e del ministro dello sport Spadafora di fatto smentendo la Lega Calcio e affermando che nessuna data era stata comunicata proprio perché il governo stesso, in prima persona, è in attesa delle valutazioni dei competenti organismi scientifici.
Personalmente spero sempre che il buon senso possa prevalere ma, in questo momento, l’unica demagogia che vedo è sulla bocca di quelli che la rinfacciano ai loro interlocutori.