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Poca Fede, poca scienza, tanta Fede, tanta scienza

“Fede e medicina” di Franco Rotundi

Tanti anni or sono, quando studiavo il Catechismo, mi si insegnava tra le belle preghiere: “Signore, aiutami a essere buono”. Una bella “leggenda” diceva che papa Giovanni lo ripeteva spesso, anche appena eletto Pontefice: comunque è passato alla storia come “il Papa buono”. Questo richiamo alla Bontà, insieme a quello all’Umiltà è ancora attualissimo, per tutto il mondo, dilaniato dalla malattia e dalla sofferenza fisica e spirituale.

Ancor prima della pandemia avevamo descritto come il rapporto medico-paziente fosse molto cambiato. Le conquiste della scienza, peraltro con splendidi risultati, hanno tuttavia portato a una scarsa accettazione di un pur inevitabile “insuccesso” della diagnosi e della terapia; peggio: a una sicura colpevolizzazione del medico o della Sanità. Di qui la crescita enorme, tra l’altro, dei processi ai medici, di qui la creazione della medicina difensiva, fonte di disagi inutili e costi incontrollabili.

Quando qualcosa va storto, nella urgenza, come nella malattia neoplastica ecc., è per forza colpa di qualcuno: il medico in primis, ma addirittura, rovesciando i termini, anche il paziente che “non lotta abbastanza contro il cancro” oppure non segue bene cure magari pesantissime. Quanta tristezza, per me, vedere personaggi che quasi si “vantano” di avere sconfitto il cancro e pensiamo a come si possa sentire, con pena, colpa o rabbia, una persona che invece non ce la fa.

“Poca Fede, poca scienza, tanta Fede, tanta scienza” diceva sant’Alberto Magno, patrono degli scienziati. Ancora oggi non si vuole capire o ammettere che la maggior parte del decorso di una malattia dipende dalla sua natura biologica, che in qualche caso e modo “trascende” la possibilità umana, senza minimizzare, anzi esaltando la capacità della cura; inoltre ogni malattia ha un rapporto personalizzato con ogni persona malata che la vive, la supera (o meno) in modo molto diverso, come impronta della creazione.

Inevitabile il richiamo alla pandemia: la “regressione” dei risultati clinici che avevamo raggiunto ha scatenato, insieme a tanta solidarietà, anche una continua ricerca del colpevole: colpa di chi contagia, colpa di chi non si vuole segregare, colpa di chi non porta la mascherina, e così via… tanto lavoro per avvocati, forze dell’ordine, politici di ogni fazione. Più che mai un richiamo alla Bontà, in ogni senso: a cominciare dalla clinica, dal curare senza segregare e colpevolizzare l’altro: consapevoli come l’affidamento alla Madre di Dio sia sempre la cosa più importante.

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