Nessuna esenzione

“La testa e la pancia” di Silvio Bolloli

Inutile nascondersi dietro un dito: il momento dell’Alessandria è nerissimo. I Grigi hanno inanellato tre sconfitte consecutive con lo stesso, decisamente rotondo, punteggio (3-0); nella classifica, tanto delle reti realizzate quanto di quelle subite, sono scesi dal quintultimo al terzultimo posto e, quel che è peggio, le inseguitrici hanno iniziato a segnare i primi risultati positivi.

Sotto accusa, senza alcun dubbio, sono finiti i giocatori ma anche chi li ha voluti: il direttore sportivo che (perlomeno sulla carta) dovrebbe averne perfezionato gli accordi, e poi il presidente il quale li avrebbe avallati. In pochi hanno invece parlato invece dell’allenatore che si seguita a pensare stia mantenendo quanto più possibile saldamente in mano il timone di una barca sempre più preda di flutti tempestosi.

In realtà, in momenti del genere, nemmeno il coach può chiamarsi fuori da responsabilità a meno che non si dimostri che la campagna acquisti/cessioni è stata effettuata senza il suo avallo o, addirittura, contro le sue volontà ma, in tutta franchezza, ciò mi pare assai poco probabile. Personalmente ritengo che le responsabilità non vedano esenzioni, ma proprio per questo credo che l’unica soluzione sia quella di serbare l’unità.

È un po’ come quando due vecchi amici hanno litigato ed è solo partendo dal presupposto che ciascuno abbia la sua parte di torti che possono porsi premesse di pace e rinnovata armonia.

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