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Giornata mondiale del Malato: Fare comunità per prendersi cura dei fratelli più fragili

Pastorale della Salute

“Abbi cura di lui”: questo è il tema scelto per la XXXI Giornata mondiale del malato. Chi ha vissuto o vive la malattia, chi è stato chiamato a prendersi cura di una persona ammalata, sia cara o sconosciuta, ha certamente sperimentato come l’azione di cura non possa essere mera esecuzione di prassi, norme e regole.
L’incontro con la malattia ci chiama a mettere in moto il cuore, a condividere questa parte della vita. Qui a lato trovate il messaggio di papa Francesco in versione integrale. Lo leggiamo insieme a don Stefano Tessaglia, direttore dell’Ufficio pastorale per la Salute. Ma l’11 febbraio non è una data a caso: per questo abbiamo voluto anche dare spazio all’esperienza dell’Oftal, attraverso le parole del suo presidente Andrea Serra.
Due voci diverse ma accomunate da uno sguardo di benedizione sulla fragilità, sulla malattia. Perché spesso, attraverso lo sguardo di una persona ammalata, Dio si fa vicino a noi. E noi a lui.
Buona lettura.

La celebrazione della Giornata mondiale del Malato, che ricorre sabato 11 febbraio, memoria della Beata Vergine Maria di Lourdes, è momento propizio per riservare una speciale attenzione alle persone malate e a coloro che le assistono, sia nei luoghi deputati alla cura sia nelle famiglie e nelle nostre comunità.
“Abbi cura di lui” è il titolo del messaggio di Papa Francesco per questa Giornata, tratto delle parole della parabola del buon samaritano, presente nel vangelo di Luca: il pontefice prende a prestito la raccomandazione del samaritano all’albergatore, che viene invitato a riservare particolari attenzioni all’uomo ferito, fino al ritorno del viandante solidale. «La Giornata mondiale del Malato – scrive Papa Francesco – non invita soltanto alla preghiera e alla prossimità verso i sofferenti; essa, nello stesso tempo, mira a sensibilizzare il popolo di Dio, le istituzioni sanitarie e la società civile a un nuovo modo di avanzare insieme».

«La conclusione della parabola del Buon Samaritano, ci suggerisce come l’esercizio della fraternità, iniziato da un incontro a tu per tu, si possa allargare a una cura organizzata. La locanda, l’albergatore, il denaro, la promessa di tenersi informati a vicenda (cfr Lc 10,34-35): tutto questo fa pensare al ministero di sacerdoti, al lavoro di operatori sanitari e sociali, all’impegno di familiari e volontari, grazie ai quali ogni giorno, in ogni parte di mondo, il bene si oppone al male».
È la comunità, dunque, il centro della riflessione e dell’interesse della giornata di quest’anno, per sensibilizzare tutti ai diversi aspetti della cura e dell’accompagnamento dei fratelli più fragili e ad imparare a camminare insieme come famiglia.

Nel suo messaggio Francesco ricorda infatti che: «La malattia fa parte della nostra esperienza umana. Ma essa può diventare disumana se è vissuta nell’isolamento e nell’abbandono, se non è accompagnata dalla cura e dalla compassione. Quando si cammina insieme, è normale che qualcuno si senta male, debba fermarsi per la stanchezza o per qualche incidente di percorso. È lì, in quei momenti, che si vede come stiamo camminando. […] Perciò, in questa XXXI Giornata mondiale del Malato, nel pieno di un percorso sinodale, vi invito a riflettere sul fatto che proprio attraverso l’esperienza della fragilità e della malattia possiamo imparare a camminare insieme secondo lo stile di Dio, che è vicinanza, compassione e tenerezza».
Anche nella nostra diocesi avremo diverse occasioni di riflessione e di celebrazione (vedi locandina a pagina 10) non solo per pregare per i malati, per le loro famiglie e per il personale sanitario, ma per imparare insieme proprio quello stile di vicinanza, compassione e tenerezza che costruisce i legami e, in definitiva, la comunità cristiana.

don Stefano Tessaglia

Ufficio pastorale per la Salute
della Diocesi di Alessandria

In preghiera per i malati

Torna l’appuntamento per pregare per e con i malati nello stile della Comunità di Sant’Egidio. Sabato 11 febbraio alle ore 17 la Comunità si ritrova presso la Chiesa dell’ospedale Santi Antonio e Biagio in via Venezia per invocare la protezione della Vergine Maria e per chiedere al Padre misericordioso conforto e sollievo nella prova per coloro che si trovano prigionieri della malattia.
A seguire, la Celebrazione Eucaristica delle ore 17.30.

 

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