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A cento chilometri da qui – La bellezza ritorna

A Torino, incastonata tra Palazzo Reale e il Duomo, dal 1694 si erge la Cappella della Sindone. Opera del grande frate-architetto barocco Guarino Guarini e commissionata da casa Savoia, serviva a contenere il Sacro lino. Dopo poco più di trecento anni è stata distrutta da un incendio nella notte tra l’11 e il 12 aprile 1997. Il disastroso episodio ha rischiato seriamente di mettere a repentaglio il Sacro telo, fortunatamente tratto in salvo dai vigili del fuoco intervenuti a sedare le fiamme. E finalmente, dopo 21 anni di accurati restauri, la cappella è stata restituita alla città di Torino: il 27 settembre c’è stata la cerimonia di apertura, presenti il ministro per i Beni e le attività culturali Alberto Bonisoli, il presidente della Regione Sergio Chiamparino, il sindaco Chiara Appendino, l’Arcivescovo monsignor Cesare Nosiglia e la direttrice dei Musei Reali Enrica Pagella. A seguire, venerdì 28 in Cattedrale l’Arcivescovo Nosiglia ha presieduto la Messa solenne: “Salendo dal Duomo” ha detto Nosiglia “gli scaloni impongono la tenebra, raccontano la morte: ma poi la luce che viene dalla guglia, punto focale della Cappella, stravolge la stessa verità fisica e biologica del nostro dover morire ed esalta lo splendore della risurrezione. La Sindone, quando Guarini pensò la Cappella, stava lì a mezzo: testimonianza inequivocabile di dolore e di morte ben rappresentata dal buio del marmo nero, ma altrettanto di certa speranza di risurrezione… E questa testimonianza è giunta fino a noi, in quella storia di fede in cui la Sindone è completamente immersa”.
È quindi possibile tornare a visitare quest’opera d’arte, e non solo: fino al 21 di gennaio, nella corte medievale di Palazzo Madama, verrà allestita una mostra intitolata “La Sindone e la sua immagine”, che ripercorre la storia della Sindone stessa e delle immagini che l’hanno rappresentata dal suo arrivo a Torino nel 1578 fino al ‘900. Disegni e dipinti su carta, seta o pergamena, ricami, immagini celebrative dinastiche in ricordo di ostensioni avvenute in particolari festività ed eventi politici, oppure legate ad avvenimenti storici; lavori di alto livello esecutivo accanto ad altri più popolari dagli evidenti scopi devozionali.

Andrea Allegra

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