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Giornata mondiale della Gioventù – La Gmg, scuola di vita gioiosa perché radicata nel profondo

Venerdì 25 gennaio alle 15, a Panama è da poco iniziata la liturgia penitenziale nella parrocchia di Nostra Signora di Guadalupe quando Vito D’Ettorre, giornalista di Tv2000, “strappa” un’intervista ai ragazzi della diocesi di Alessandria e Asti e a monsignor Guido Gallese. «Benvenuto a “Siamo noi”, Eccellenza» salutano dallo studio in diretta da Roma, e risponde monsignor Gallese con un forte e chiaro: «Buongiorno a tutti!». Sara, 18 anni di Alessandria, racconta al microfono: «La Gmg sta andando benissimo perché ci hanno accolto come loro figli, in un clima bellissimo. Vedere tutti questi ragazzi che sono qui per lo stesso motivo, per trovare la fede, è davvero spettacolare. Siamo tantissimi». «Balli, colori e festa. Poi c’è il raccoglimento di questi ragazzi nel silenzio assordante della liturgia penitenziale» sottolinea il giornalista, girando la “provocazione” al vescovo. «Sì, è una peculiarità nostra: ogni tanto mi guardo con gli occhi di un marziano e siamo piuttosto buffi. A volte raccogliamo della gente per stare tutti zitti. Per uno che guarda è molto strano, ci sono momenti di grande gioia e questi momenti di profondo e intenso raccoglimento» continua Gallese. «Fa parte della Gmg: scuola di vita gioiosa, ma nello stesso tempo gioiosa perché radicata nel profondo. Questa per me è la forza della Gmg» conclude sorridente il Pastore della diocesi di Alessandria. Infine Elena, un’altra ragazza del gruppo diocesano, aggiunge: «Oggi parteciperemo alla Via Crucis tutti insieme con il vescovo».

Quella con Tv2000 non è certo stata l’unica esperienza di “comunicazione” per i nostri ragazzi e il vescovo. L’inviata a Panama di Agensir, Emanuele Vinai durante la catechesi di mercoledì 23 gennaio scrive: «C’è un vescovo seduto in mezzo ai ragazzi, li ascolta, scrive, riflette prima di rispondere. Non dà soluzioni preconfezionate, ma si fa testimone di realtà. Monsignor Guido Gallese, vescovo di Alessandria, non si sottrae al confronto nemmeno al momento del “dividiamoci in gruppi”: si accomoda sulla seggiolina della classe elementare che ospita la catechesi e prende appunti. È lo stile del Sinodo, vivo. La catechesi che vede coinvolti i pellegrini dalle diocesi di Albano, Civita Castellana, Lucca e due parrocchie di Milano inizia con la presentazione di ciascuno. Una sfilata di volti sorridenti e di nomi e l’emozione è palpabile mentre i ragazzi intonano “Vocazione”: tu Dio, che conosci il nome mio. Dopo la lettura è il momento della meditazione, personale e in gruppi, da cui scaturiscono le tante domande di senso: è giusto parlare di sogni o è meglio parlare di ideali? Chi gioca con le nostre paure e come superarle? Monsignor Gallese parla, sorride, apre il cuore: “La paura non risolve i problemi, ci paralizza soltanto. È la capacità di sognare che ce li fa superare”».

Alessandro Venticinque 

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