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La pediatra risponde – «Non mi piace»/2

L’inappetenza che dura qualche giorno per poi scomparire non è mai un vero problema. Esistono comunque bambini che non hanno mai fame e che mangiano in modo irregolare. È comunque sempre m e g l i o evitare le forzature e le imposizioni, cercando di assecondare, in modo ragionevole, i loro gusti. A volte si può iniziare con uno yogurt o con una fetta di prosciutto, preparando delle mini porzioni in piccoli piattini. Infatti, ai bambini piacciono molto le cose piccole. Non è mai il caso d’insistette con i cibi che loro rifiutano sistematicamente. Ricordare che l’esempio è sempre la prima regola: non si può imporre a un bambino di mangiare verdure o legumi, se non vengono mangiate dai grandi.

Quando il piccolo si rifiuta di mangiare per più di due settimane, o quando appare debole e stanco, o se ci sono altri sintomi associati all’inappetenza, compreso lo scarso accrescimento, sarà utile consultare il pediatra. Che significato dare al rifiuto del bimbo nei confronti del cibo? Il bimbo vuole manifestare la propria personalità, è un modo per dire “no” a qualcosa che gli viene dato. È una forma di protesta nei confronti di una risposta non completa ai propri bisogni. Il cibo non è la sola cosa che il piccolo richiede: ha necessità soprattutto di amore e di presenza accogliente, calma e rasserenante. Per regolare l’appetito possiamo utilizzare alcuni rimedi omeopatici. Come il lycopodium per il bambino che si stanca subito del pasto. Oppure l’avena sativa in forma omeopatica o l’abies pectinata MG1VH che stimolano l’appetito ma contengono anche sali minerali. Utili anche i sali biochimici in forma di complesso B, da somministrare più volte al giorno.

Per fare una domanda alla dottoressa Sabrina Camilli: redazione@lavocealessandrina.it oppure pediabimbumbam.altervista.org.

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