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Portiamo gli altri a Cristo

L’omelia del vescovo alle esequie di don Agostino

«Accogliamo le sofferenze per associarle alla potenza salvifica di Gesù»

Carissimi, abbiamo ascoltato questo Vangelo della crocifissione del Signore. Un punto di riferimento per ogni cristiano e, ancora di più, per noi sacerdoti. Perché il nostro sacerdozio altro non è che creare continuamente collegamenti tra Cristo sulla croce e la vita delle persone. Il nostro sacerdozio altro non è che portare le persone a contatto con la redenzione operata da Cristo che ha amato fino alla morte e alla morte in croce, e ha dato la vita. Questa deve essere l’essenza del nostro sacerdozio ministeriale. Questa è stata l’essenza del ministero di don Agostino ed è l’essenza del nostro ministero. La centralità di questo evento è descritta in modo molto bello nell’Apocalisse. C’è questa visione del trono di Dio e delle persone che lo circondano, e abbiamo una visione del Cielo al cospetto di Dio. A un certo punto Giovanni vede nella mano destra di colui che è seduto sul trono un rotolo scritto all’interno e all’esterno, sigillato con sette sigilli e c’è un angelo che a voce forte proclama: “Chi è degno di aprire il libro e scioglierne i sigilli?”. È un sogno avere davanti agli occhi il senso della nostra vita. Non sappiamo da dove veniamo e non sappiamo dove andiamo, se non ce lo rivela il Signore Gesù, l’agnello immolato. Giovanni si mette a piangere, perché? Perché questo è lo stato esistenziale dell’uomo di fronte alla fatica di cogliere il senso della vita. Ma c’è un anziano, che sta attorno al trono di Dio, che lo consola: “Non piangere; ha vinto il leone della tribù di Giuda, il Germoglio di Davide, e aprirà il libro e i suoi sette sigilli”.

Perché il modo forte di manifestare la propria appartenenza a Cristo è essere amanti, non potenti. Non gli spiega la sua potenza in un modo inopinabile e inarrestabile, ma gliela spiega con dolcezza e delicatezza. Questo agnello “giunse e prese il libro dalla destra di Colui che sedeva sul trono”, e poi comincerà a spezzare i sigilli e aprire il libro per svelare all’uomo il senso della vita e dell storia. Quando prende il libro i quattro esseri viventi i quattro anziani si prostrano davanti all’agnello ciascuno con un incensiere d’oro e dei profumi, e cantano un canto nuovo: “Tu sei degno di prendere il libro e di aprirne i sigilli, perché sei stato immolato e hai riscattato per Dio, con il tuo sangue, uomini di ogni tribù, lingua, popolo e nazione, e hai fatto di loro, per il nostro Dio, un regno e sacerdoti, e regneranno sopra la terra”. L’agnello ha detto di prendere il libro e aprirne i sigilli perché è stato immolato. Il centurione, nel racconto del Vangelo, vede morire Gesù in un modo molto particolare. Tanti sono morti sulla croce, ne avrà visti tanti morire così quel centurione. Ma sicuramente non ha mai visto nessuno che di fronte ai propri crocifissori abbia pregato intensamente usando le sue energie per dire: “Padre perdonali perché non sanno quello che fanno”. Sicuramente non avrà visto un uomo amare cosi tanto come nostro Signore sulla croce. Gesù è quello che ci salva con il suo amore, quello che ci svela la grandezza dell’amore di Dio. Gesù è quello che trasforma la croce di morte e tortura, in un atto sacro di salvezza e di liberazione dal male. E il segno di Gesù è associare la sua vittoria sulla morte a tutti coloro che credono in lui. Ecco qua il nostro sacerdozio battesimale. Ha fatto di noi un regno di sacerdoti, anche se la traduzione dal greco è “regno sacerdoti”, proprio come fosse una cosa sola. Vivere il sacerdozio battesimale sta nell’unire l’offerta dei nostri problemi, delle nostre difficoltà, della nostra vita e della nostra quotidianità, con amore.

Quando noi uniamo le nostre fatiche con offerta amorosa a Gesù noi partecipiamo a questa salvezza per noi stessi e per il mondo. E noi sacerdoti ministeriali siamo qua per offrire al popolo di Dio questa possibilità straordinaria di associarsi all’offerta di Cristo perché lui ci associ alla sua discrezione. E perché lui ci dà la grazia che viene a noi come conseguenza di un’offerta amorosa che è la pace, la gioia e la serenità dell’uomo. In questo mondo che ha perso il senso della vita, il senso della morte, il senso della sofferenza e le disquisisce come cose profane, come possesso proprio dell’uomo. “La mia vita è mia”, mah… Non me la sono mica comprata da nessuna parte, anzi è stata pagata a caro prezzo. Che questo contesto ci aiuti a recuperare il senso della vita e della morte, ed è quello per cui noi sacerdoti spendiamo la vita. Ed è quello per cui si è speso don Agostino. Un senso che dà dignità alla vita di ogni uomo di fronte a qualsiasi sofferenza e di qualsiasi problema. Quanto è importante essere aperti ad accogliere le sofferenze e tutti i dolori per associarli alla potenza salvifica di Cristo e alla sua resurrezione. Tutti siamo chiamati ad associarci alla morte di Gesù Cristo e partecipare alla sua resurrezione. Facessimo così saremmo in un mondo di Paradiso. Vi avverto già: quando muoio pregate per me. Perché ho mancato un sacco di volte, potevo offrire molto ma non ne sono stato capace. Ho vissuto profanamente il mio presente faticoso. Facciamo coprire questi buchi della nostra vita da Cristo, riferimento di ogni cosa, e attraverso la partecipazione durante l’eucarestia chiediamo la misericordia del Signore Gesù che la sua offerta associ la salvezza della vita eterna perdonando le debolezze o le mancanze. Vogliamo pregare con intensità in questa celebrazione, facendo delle cose faticose un’offerta a Dio. In modo particolare quest’oggi per don Agostino che come l’incenso possa salire al Cielo e possa associarsi all’amore misericordioso di Cristo. Possa accompagnare il nostro amato fratello a celebrare la liturgia senza fine nella quale non ci sono più lacrime, non c’è più sofferenza, non c’è più stanchezza e non c’è più morte. Che la Vergine Maria Nostra Signora del Carmelo, che ha segnato protetto don Agostino per molti anni, lo accompagni all’incontro in Cielo.

Guido Gallese

Leggi anche l’intervista a don Mario: https://lavocealessandrina.it/?p=15431

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