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A Sezzadio la prima Messa di fra Michele Alessandrino

“Alessandria racconta” di Mauro Remotti

Domenica Augeria o Angeleri di Sezzé (Sezzadio) va in sposa a Paolo Ghislieri del Bosco discendente da una nobile famiglia bolognese esiliata dalla fazione avversa dei Bentivoglio nel corso delle lotte per il predominio della città. La loro unione è allietata dalla venuta al mondo di quattro figli, due femmine e due maschi: Luciano e Antonio (nato il 17 gennaio 1504) che diventerà fra Michele Alessandrino e in seguito papa Pio V.

La tradizione attribuisce un’origine sezzadiese alla madre, poiché fra Michele Ghislieri celebra la sua prima messa proprio a Sezzé, anziché a Bosco all’epoca appartenente al ducato di Milano alla diocesi di Tortona. Il superiore gli concede infatti il permesso di recarsi al paese natio, sebbene in quel periodo sia in corso la Quinta guerra d’Italia che vede opposta all’Imperatore Carlo V la Lega di Cognac (di cui fanno parte il re Francesco I di Francia, la Repubblica di Venezia, la Repubblica di Firenze e altri Stati minori). Il nostro territorio è sconvolto dalle contese tra le milizie spagnole e francesi.

Negli Annali Guglielmo Schiavina ricorda che: «…non si vedeva altro nelle campagne fuorché il misero spettacolo dei cadaveri, parte dei quali restando senza sepoltura, servivano per cibo ai lupi». Durante l’anno 1527 le truppe guidate dal maresciallo di Francia Odet de Foix, conte di Lautrec, prima di occupare Alessandria, devastano Bosco. Per questa ragione, ad avviso del noto storico locale Pier Luigi Bruzzone, il neo sacerdote: «Giunto alle porte della sua patria… allorchè la vide in balia alle fiamme e agli orrori tutti d’una soldataglia brutale e inebriata da troppo contesa vittoria…proseguì il cammino e fè sosta a Sezzé, ove compiette la prima volta l’incruento sacrificio dell’altare…».

Di diverso parere padre Umberto Giuseppe Carmarino, il quale fa notare l’errata cronologia adottata dallo studioso di Bosco Marengo, giacché una norma canonica prevedeva la celebrazione della prima messa soltanto al compimento del ventiquattresimo anno d’età, che fra Michele avrebbe compiuto soltanto l’anno seguente. Pertanto, è verosimile che il Ghislieri, una volta terminato il periodo di Quaresima, «pur giungendo nella primavera del 1528 al paese nativo di Bosco per constatarne le gravi rovine e la profanazione dei luoghi sacri che ne interdicevano l’uso, subito proseguisse per Sezzé dove la madre lo attendeva per la celebrazione della sua prima Messa».

Purtroppo anche a Sezzadio la Chiesa parrocchiale era stata sconsacrata a causa delle profanazioni perpetuate dalla marmaglia straniera. Fra Michele si vede così costretto a compiere il sacro rito all’aperto su di un altare sistemato sopra il pozzo posto al centro di un piazzale sul cui sfondo spicca ora il Municipio. Nell’attuale piazza, a lui intitolata, è apposta la seguente targa: «Sull’area di questa piazza celebrava la sua prima messa l’anno 1528 il papa San V figlio di Domenica Angeleri Sessadiese P. D. M. il municipio pose Mdcccxc».

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