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La speranza è l’ultima a morire

“La testa e la pancia” di Silvio Bolloli

Nelle stesse ore in cui la Juventus, clamorosamente e storicamente sconfitta in casa dal Benevento dell’ex Pippo Inzaghi, sembrava aver firmato la conclusione di un irripetibile ciclo di vittorie, ecco che un’altra realtà, ben più minuscola e meno titolata ma non meno storica quale l’Alessandria, scopriva improvvisamente e inaspettatamente nuove speranze.

Già, perché se sei partite da qui al termine della regular season possono apparire pochine, tre punti di svantaggio rispetto a un Como, vieppiù in frenata, non sono così tanti e, se da un lato è vero che i lariani devono recuperare ancora un match, dall’altro è interessante la circostanza che uno degli incontri in calendario sia proprio con i lacustri, all’insegna del “dentro o fuori”. Chi come me segue l’Alessandria da oltre trentacinque anni e andò la prima volta allo stadio ragazzino in compagnia del papà, sa bene di quali e quanti dispiaceri sia stata costellata la storia degli ultimi decenni e quanto rare siano state le gioie rispetto ad una costellazione di delusioni.

Peraltro, se, come il sottoscritto, si avesse avuto modo di approfondire la storia dell’Orso Grigio fin dalla fondazione per ragioni di documentazione giornalistica, sarebbe possibile affermare, senza timore di smentita, che un simile bilancio nettamente a favore delle delusioni rispetto alle illusioni coronate da successo, sia stata pressoché una costante.
Per questo, illudersi o cantar vittoria prima del tempo non è degno di un vero tifoso dell’Alessandria, di quella stessa squadra che solo quattro anni fa bruciò un vantaggio monstre sulla Cremonese.

Però qualche cosa si sta muovendo perché, se cinque vittorie nelle ultime sei partite non sembran poche, e infatti non lo sono, la circostanza che due di questi successi siano stati mietuti ai danni dell’attuale aspirante al primo posto e di quella (alludo al Renate) che fino a poche settimane fa era saldamente al vertice della classifica, fa capire come i nostri siano in grado di prevalere rispetto a qualsivoglia antagonista. Ecco quindi quello che è il dato nuovo rispetto agli ultimi mesi e che, se dovessi rispondere ad una rituale domanda del mio amico Alessandro Venticinque, mi porterebbe a dichiarare che non escludo più il primo posto.

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