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Ciao Luca?

La testa e la pancia

E così pare sia veramente finita: l’Alessandria, per il rotto della cuffia, è riuscita a salvare la propria dignità sportiva rimanendo nella categoria che, alla resa dei conti, più le compete: quella della terza serie professionistica del calcio italiano.

Ma, soprattutto, pare essersi definitivamente conclusa l’avventura di Luca Di Masi al timone del sodalizio dopo dieci anni forse irripetibili. Tra passione personale (come quasi tutti gli aficionados iniziai a frequentare lo Stadio poco più che bambino con mio padre) e attività giornalistica seguo i Grigi da circa una quarantina d’anni e, pur essendoci supporter di molto più lungo corso (penso soprattutto al mio amico Aureliano Camurati) non credo occorra una scienza infusa per capire che ritrovare un Patron come Luca Di Masi sarà merce rara, e non solo per gli eccellenti risultati ottenuti (uno su tutti la B dopo quarantasei anni) ma, soprattutto, per la passione scevra da altri interessi.

Non posso quindi associarmi a quanti esultano e festeggiano nel vederlo andar via ma limitarmi a dare espressione a quelli che, in questo momento, sono i miei due principali stati d’animo: nostalgia per un’epoca comunque importante e ansia (non voglio dire preoccupazione) per un futuro ancora tutto da conoscere e da scrivere.

Silvio Bolloli

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