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Festa di Maria Ausiliatrice per fare comunità

Vita della Diocesi

Mercoledì 24 maggio sarà la festa di Maria Ausiliatrice, che coinvolgerà il quartiere Cristo e tutta la città. Nella parrocchia di San Giuseppe Artigiano si celebreranno due Sante Messe, alle ore 9 e alle 18. E, dalle ore 21, la processione con partenza dalla parrocchia di San Giovanni Evangelista e arrivo a San Giuseppe Artigiano (è disponibile un servizio navetta per il ritorno), dove sarà impartita la benedizione. A seguire, il concerto del Coro Alpini “Valtanaro”. «È la prima volta che questa iniziativa è sponsorizzata e condivisa dalle tre parrocchie dell’Unità pastorale Cristo: uno dei segni del processo, quel camminare insieme, che stiamo portando avanti. Inoltre, è la prima volta che questa processione si farà in corso Acqui, coinvolgendo così un’arteria centrale del nostro quartiere che è, in genere, luogo di incontro per manifestazioni commerciali o folcloristiche. Terzo punto: questa festa vuole essere un segno, al termine del periodo di pandemia che ha segnato le realtà parrocchiali, di testimoniare nella vita quotidiana la nostra fede. Il senso ultimo delle processioni è proprio questo: facilitare l’incontro tra la fede e la vita» ci racconta don Mauro Mergola (nella foto), parroco di San Giuseppe Artigiano e direttore del Centro Don Bosco di Alessandria.

Don Mauro, che cos’è per lei questa festa?

«Per noi salesiani rappresenta la grande devozione di Don Bosco verso Maria Ausiliatrice. La nostra processione sarà proprio in contemporanea con quella che si terrà a Torino. L’Ausiliatrice è la Vergine Maria che viene evocata nei tempi difficili. Anche i tempi che stiamo vivendo noi, oggi, sono difficili, a vari livelli: internazionale, economico e sociale. E poi penso alle famiglie, alle singole persone: ciascuno di noi vive le sue fatiche e le sue difficoltà. In modo particolare, per noi sacerdoti questa è l’occasione in cui comprendiamo l’esempio di Maria e siamo chiamati a portare e manifestare suo figlio Gesù in tutte le situazioni. Anche laddove sembra più lontano, assente e incompatibile».

Come sta vedendo crescere il quartiere Cristo?

«Sono qui dallo scorso agosto, e noto un desiderio di rendere il quartiere un territorio a misura di incontro e di crescita dei legami tra le persone. Questo l’ho percepito partecipando ad alcuni incontri delle associazioni dei commercianti e di Alessandria Sud, ma anche negli eventi che si sono sviluppati nel tempo. Così anche la visita che, come parroci, abbiamo fatto a gran parte dei negozianti della zona: mi ha aiutato a riconoscere come chi ha investito nel territorio si senta legato da un punto di vista affettivo e sociale. C’è voglia di fare comunità. Il contributo che noi parroci diamo a questa rete territoriale è evidenziare sempre più la dimensione sociale e relazionale delle persone, ponendo una particolare attenzione verso chi sta ai margini».

Qual è l’esigenza più impellente, in questo momento?

«L’esigenza è ricostruire una comunità. Lo noto anche nella nostra parrocchia: soprattutto dopo la pandemia, ha preso il sopravvento l’individualismo e il settorialismo: ognuno pensa al proprio gruppetto. Il cammino che stiamo provando a offrire al nostro Centro Don Bosco, che risponde anche a un’esigenza dell’Unità pastorale e del territorio, è sviluppare un senso di appartenenza alla comunità».

Un augurio per questa festa?

«Che sia per noi occasione per renderci conto che non siamo mai soli. Attraverso la presenza materna di Maria, il Signore ci accompagna e ci dà sempre speranza. L’augurio è che noi possiamo diventare, come l’Ausiliatrice, aiuto per chi, accanto a noi, vive tempi difficili».

Alessandro Venticinque

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