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Legge e obiezione di coscienza

Una libertà minacciata anche dalla nostra indifferenza

Venerdì un incontro alla ex Taglieria del Pelo per saperne di più

Il tema dell’obiezione di coscienza sta tornando all’attenzione dell’opinione pubblica. Molte situazioni che stanno emergendo, in Italia e non solo, sembrano mettere in discussione quello che appariva un solido riferimento fatto proprio dalle democrazie occidentali.

E’ questo il tema dell’incontro, promosso dall’Associazione Culturale Torriani e dal comitato Difendiamo i nostri figli di Alessandria e Valenza, con il sostegno del Csvaa (Centro Servizi Volontariato Asti e Alessandria), che si terrà venerdì 13 gennaio alle ore 21 nella Sala della ex-Taglieria del Pelo, in via Wagner 38/D ad Alessandria.

A discuterne saranno il dottor Domenico Airoma, Procuratore aggiunto della Repubblica presso il Tribunale di Napoli e l’avvocato Fausto Bellato. Moderatore del dibattito sarà il professor Felice Crema, già docente presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano.

Professor Crema, che cos’è l’obiezione di coscienza?

“Nel linguaggio comune è legata soprattutto alla legge sull’aborto. In realtà è una questione molto più ampia, e riguarda il rapporto tra dimensione etica e dimensione giuridica della società. Se non si accetta la dialettica tra coscienza individuale e legge, cade la libertà. La libertà di coscienza è la madre di tutte le libertà: senza questa qualunque altra libertà diventa secondaria”.

Perché è così avversata?

“Perché il potere vuole avere mano libera nell’organizzare la società. La libertà di coscienza è uno scompiglio. Il nostro obiettivo è affermare che l’obiezione di coscienza è decisiva per la libertà di ciascuno”.

In che senso è decisiva?

“C’è una corrente di pensiero che nega l’opzione per il cittadino di esercitare un’obiezione di coscienza di fronte a una legge che egli ritiene sbagliata. Ma questo è un venir meno della convivenza civile. Se cade il principio della libertà di coscienza, la verità diventa qualcosa di stabilito per legge, e dunque si traduce nel dominio del più forte, di chi comanda in quel momento”.

Ma oggi l’obiezione di coscienza è tutelata dalla legge?

“Sì, ma è minacciata. Anche dalla nostra indifferenza, che è la forma più diffusa di relativismo nella nostra epoca. Il senso dell’incontro di venerdì è quello di riproporre il problema, in modo che ciascuno si renda conto di qual è la vera questione in ballo”.

Andrea Antonuccio

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