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Medici non-obiettori cercansi?

La decisione dell’Ospedale romano San Camillo di assumere esclusivamente ginecologi che non oppongano obiezione di coscienza all’aborto è, giuridicamente, un “caso di scuola”: un po’ come se le Ferrovie assumessero, per evitare scioperi, solo personale “non sindacalizzato”. La Giustizia Amministrativa, quindi, non avrà particolari difficoltà a dichiarare l’illegittimità di atti tanto discriminatori e, di conseguenza, ad annullarli.

Messe da parte le questioni formali, rimane un aspetto decisamente più inquietante.

Il fatto che si sia arrivati a questa decisione, giustificata dalla necessità di “garantire il servizio” delle interruzioni di gravidanza, mettendo da parte gli “inefficienti” medici obiettori, mostra quanto poco sia compreso il valore dell’obiezione di coscienza, anche quando espressamente consentita dalla Legge.

Il principio cardine dell’obiezione di coscienza è, infatti, quello di consentire a professionisti e funzionari di esercitare pienamente le proprie funzioni, senza alcuna limitazione, e con la libertà di poter opporsi a pratiche in contrasto con la propria morale senza il timore di ritorsioni o altri svantaggi.

E’ fondamentale, quindi, che l’obiezione dei medici non diventi un “marchio”, e nemmeno una “condizione soggettiva”, in base alla quale classificare le professionalità. I medici obiettori, infatti, devono poter “abitare” le istituzioni ospedaliere con pieno diritto di cittadinanza, ed il loro diritto di astenersi dalle pratiche abortive deve essere rispettato, come “segno di contraddizione”, anche a fronte da qualsiasi considerazione di efficienza o di servizio.

La posta in gioco è altissima: costringere gli operatori sanitari ad una scelta tra la professione ed i propri principi morali equivale ad espellere dalle istituzioni e dalla scienza medica tutti coloro che sono contrari all’aborto, per proseguire unicamente con chi vi consente.

Il giudice americano Guido Calabresi, personalmente contrario alla pena di morte, viveva ogni sentenza come un intimo travaglio, lacerante, ma necessario, pur di non lasciare la giustizia in mano agli avversari del diritto alla vita.

Difendiamo la libertà di coscienza, affinché i nostri medici non siano mai chiamati ad una simile scelta.

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