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Alessandria racconta – La storia di Cesare Canefri

Cesare Nicola Maria Canefri nacque ad Alessandria nel 1710.
Incominciò il percorso di studi per diventare sacerdote, che poi decise di abbandonare alla morte del padre avvenuta nel 1730.
Valente erudito e paleografo, fu un appassionato ricercatore di notizie storiche riguardanti le famiglie più rappresentative della città di Alessandria. Lui stesso presentò domanda per essere ammesso tra i decurioni della nostra città. Nel 1740 sposò a Milano la figlia del conte Origo della Croce. Per facilitare l’inserimento della moglie nella società aristocratica locale, Canefri chiese
il riconoscimento dello status nobiliare della propria famiglia.
Si scontrò però con il patriziato alessandrino che contestava la veridicità dei documenti prodotti. Ebbe quindi inizio un contenzioso giudiziario che terminò con la prova dell’accusa di alterazione e falsificazione degli atti esibiti dal Canefri. Al fine di scagionare il marito dalle accuse, Teresa Origo chiese l’intervento dello zio, Giulio Resta, vescovo di Tortona. Il processo venne così sospeso attraverso un atto di clemenza regia e l’increscioso episodio temporaneamente accantonato. Canefri riuscì nuovamente a ingraziarsi l’aristocrazia alessandrina, e nel 1746 fu nominato consigliere del regime pubblico.

Nel contempo, proseguiva le sue ricerche storico-genealogiche, in particolare attraverso il lavoro intitolato: La nobiltà di Alessandria rappresentata con gli alberi genealogici delle sue nobili famiglie per ordine alfabetico distribuite (Torino 1760). Il testo, più volte interrotto, ci è pervenuto per più della metà nella forma di manoscritto e contiene due elenchi di famiglie alessandrine e sonetti, oltre a una lista di notai e un indice degli autori e dei documenti. In considerazione del valore della ricerca, gli venne proposto un incarico presso i Regi Archivi. In questa occasione si riaccesero le discussioni relative alle contraffazioni documentarie operate nel passato. Tali presunzioni furono rafforzate da un sequestro di carte apocrife conservate presso la casa del locandiere Pagliani di cui Canefri era debitore. Pertanto, gli furono sospesi i sussidi finanziari e revocata la continuazione della stampa del volume. Al riguardo, occorre rilevare che diversi autori hanno sollevato, anche successivamente, seri dubbi circa l’autenticità dei vecchi documenti utilizzati dal Canefri, il quale visse gli ultimi anni in ristrettezze economiche e morì il 6 dicembre 1778 all’età di 68 anni. Alessandria ricorda la controversa figura di Cesare Canefri con una via che congiunge via Guasco a via Brescia e si prolunga diventando vicolo da piazza della Gambarina verso via Mazzini.

 

Mauro Remotti

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