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Il santuario della Cavallosa

Sono trascorsi ormai vent’anni dal quel triste 27 dicembre 1996, quando dal cavalcavia della Cavallosa una banda di ragazzi lanciò dei sassi sull’autostrada Piacenza-Torino centrando in pieno l’auto su cui viaggiava Maria Letizia Berdini. Questo assurdo e tragico atto, di cui parlarono per mesi i giornali di tutta Italia, finì per etichettare in negativo il nome della zona della Cavallosa sino ad allora conosciuta soltanto per il piccolo Santuario. Lungo la strada comunale Passalacqua che porta a Tortona, a pochi passi dalla località di Torre Garofoli, si trova, infatti, la chiesa dedicata a
Santa Maria delle Grazie. Fu costruita a seguito dell’apparizione della Beata Vergine Maria, con il bambino Gesù, a una fanciulla muta che riacquistò miracolosamente la parola. La cappella originaria, edificata all’inizio del ‘700, corrisponde pressappoco alla navata sinistra dell’attuale chiesa. Nel primo decennio del XX secolo il Santuario venne abbandonato dopo un interdetto
vescovile determinato dalle gravi mancanze dei suoi amministratori. Il provvedimento interdittivo venne rimosso nel momento in cui Domenico Romagnoli donò al prevosto di San Michele in Tortona la tenuta della Cavallosa su cui sorgeva l’edificio sacro con l’aggiunta di un piccolo sedime. Grazie al sostegno economico di Romagnoli, l’antico oratorio venne restaurato e ingrandito, assumendo l’aspetto attuale. All’interno del Santuario, molto semplice ed essenziale, è possibile ammirare un affresco raffigurante la Beata Vergine Maria delle Grazie, risalente al 1702 e un coevo dipinto della Beata Vergine Maria, acquistato subito dopo il miracolo dell’apparizione.
Alla Madonna della Cavallosa è possibile rivolgere la seguente supplica: “O gloriosa Madonna della Cavallosa, che apparendo ad una piccola muta e dandole il dono della favella, avete qui aperta una sorgente di grazia e di misericordia, rivolgete i vostri occhi pietosi su noi, sulle nostre necessità materiali e spirituali. Avete prescelto in questa campagna il luogo di preghiera, di culto e di fede, noi assecondiamo la vostra disposizione e vi veneriamo quale Regina del cielo e della terra, quale Madre di Dio e Madre nostra tenerissima. Noi ricorriamo a voi con fiducia e filiale abbandono. Otteneteci, per quel Bambino che tenete fra le braccia, la grazia che umilmente vi domandiamo”.

 

Mauro Remotti

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