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#Recensione – Chi parla per i musulmani

La fondazione internazionale “Oasis” di Venezia, presieduta dal cardinale Angelo Scola, Amministratore Apostolico dell’arcidiocesi di Milano, ha appena pubblicato con l’editore Marsilio il nuovo numero della rivista appunto intitolata “Oasis”, dedicato a “Chi parla per i musulmani” (pp 143, euro 15).

Il direttore scientifico Martino Diez spiega che per rispondere a questa domanda occorre innanzi tutto sgombrare il terreno dall’equivoco che nell’islam non esista un’autorità religiosa. È vero che non c’è una gerarchia assolutamente definita come nella Chiesa cattolica, ma non mancano autorità che si fondano su un qualche genere di sacralità: qui arrivano le sorprese.

In effetti l’islam, com’è noto, non è un monolite dottrinale ma conosce al suo interno diverse concezioni teologiche con relativi orientamenti dottrinali. Così per gli sciiti la sacralità risiede in ‘Alī e nei suoi discendenti prima e nei dottori della legge, gli ulema, poi; per i su , il gruppo più mistico, essa risiede nei maestri e si rivela nei miracoli; per i sunniti, la componente numericamente principale, essa si trova nel libro del Corano e nel suo modello, il profeta Maometto. A colmare lo spazio tra il testo sacro e l’attualità sono posti da un lato ancora gli ulema ma dall’altro il governante (un tempo il califfo, poi il sultano e oggi il presidente della Repubblica).

Interessante il ruolo dei giuristi. Come illustra lo studioso Rainer Brunner, «gli ulema riuscirono, tra il XVI e il XIX secolo, ad appropriarsi di quattro importanti prerogative […]: la riscossione delle imposte religiose, la giurisdizione nell’ambito delle punizioni corporali (…), la direzione della preghiera collettiva del venerdì e, infine, la chiamata al jihad» (p. 26).

L’arabista Michele Brignone ricorda che quelli della celeberrima università egiziana di Al-Azhar nel 1961 vennero trasformati in funzionari dello Stato guidato dal presidente Nasser. Quelli dell’Arabia, invece, racconta la professoressa Raihan Ismail, sono sempre più frammentati nelle loro posizioni.

Concludono il fascicolo una serie di recensioni sull’argomento e un reportage dalla Germania della giornalista Rolla Scolari.

Fabio Casazza 

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