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Voci dall’Oftal – Un tuffo nella storia

Continuiamo nel viaggio alla scoperta delle persone e delle storie dietro ai sei giorni del pellegrinaggio diocesano a Lourdes. Sei giorni, una preparazione lunga un anno fatta non di solisti ma di un grande lavoro di squadra.

L’Oftal si propone l’assistenza spirituale e morale delle persone ammalate, specialmente povere, in modo particolare mediante pellegrinaggi a Lourdes e ad altri Santuari; e la formazione religiosa e professionale del personale di assistenza, nello spirito della carità cristiana. (Art. 1 e 2 dello statuto) La sua nascita (1932) trae origine dalla personale esperienza del fondatore, Monsignor Alessandro Rastelli (originario di Borgovercelli), che coltiva il sogno, dopo aver vissuto lui stesso la condizione di ammalato e convalescente a Lourdes, di portare i sofferenti alla grotta. Nel 1913 organizza un treno intero di pellegrini con trenta ammalati, e dopo la prima guerra mondiale moltiplica i viaggi, coinvolgendo tutte le 13 diocesi Piemontesi. Nei ‘treni della speranza’ si applicano prezzi di favore in modo particolare agli ammalati più bisognosi, creando anche pettegolezzi e gelosie tra le varie associazioni coinvolte nel progetto. Nel ‘32 la Conferenza Episcopale Piemontese decide la nascita ufficiale dell’Oftal. La sua intuizione fu di volere ogni sezione Oftaliana strettamente legata alla chiesa locale e al proprio Vescovo vedendo in lui la guida, il pastore, l’ispiratore di ogni azione pastorale. Vedeva il pellegrinaggio come un cammino di chiesa: perché si sale in gruppo, insieme. Il pellegrinaggio è tempo di vita nella solidarietà, di cammino coi fratelli e compagni di viaggio. Ci si aiuta, si presta attenzione ai più deboli, ci si stimola a vicenda, si impara l’uno dall’altro. Il pellegrinaggio nato nel cuore di monsignor Rastelli vuole essere una manifestazione di fede, una esperienza forte di distacco, di conversione, di sacrificio e di libertà interiore che portino ad uno sradicamento dalla vecchia vita e all’inizio di un nuovo cammino.

Gianfranco Guazzotti, a Lourdes dagli anni 70, più di 50 pellegrinaggi con l’Oftal, Imprenditore petrolchimico. Tu hai vissuto la ‘genesi’ della sezione Alessandrina, come funzionava in quegli anni?
«Quando ho cominciato viaggiavo negli interdiocesani. Allora non c’era la sezione di Alessandria, si andava su con le altre diocesi con un treno unico.
A quei tempi c’era Gabba di Valmadonna che aveva il negozio di pellicceria in via dei Martiri. Lui non era presidente ma si era preso la responsabilità da Trino di portare le persone in pellegrinaggio. C’era sua moglie e Remo Raiteri, tutta gente di buona volontà che facevano su le domande. Anche agli orti facevano un gruppo».

Quanto costava andare a Lourdes per un ammalato?
«35.000 lire per stare nell’accueil».

Negli anni 70 un operaio aveva uno stipendio medio di 80100.000 lire… quindi il viaggio costava circa un terzo dello stipendio. Come era possibile avere tutta questa partecipazione nonostante il prezzo non popolare? Si facevano sconti?
«Il prezzo era quello ed era fisso. Ma io mi ricordo che un anno ho segnalato due ammalati che non potevano pagare il viaggio e allora l’Oftal li portava gratis. Se si sapeva di qualcuno che era in difficoltà, si è sempre aiutato…».

E i volontari? Chi erano?
«Diciamo che era un po’ diverso. Le dame erano quelle della San Vincenzo, tra i barellieri c’era un po’ più di misto… però eravamo pochi. Quando ero responsabile dei trasporti eravamo in 6 e facevamo 2/3 corse dal Saint Frai per prendere gli ammalati. Anche in sala, il personale era pochissimo, 4 o 5. Si andava un po’ all’avventura».

Patrizia Astore

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