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Lettere in redazione – Giustizia e dignità

Egregio direttore in luogo della consueta rubrica le invio una lettera aperta che, se lo ritiene utile, può liberamente divulgare e far conoscere. Cambio modalità, rispetto agli interventi precedenti sul giornale, perché, trattandosi di vicende che mi riguardano direttamente, mi sembra giusto non presentarmi come un esperto ma come una persona coinvolta in una vicenda estremamente spiacevole Le riassumo brevemente i connotati della vicenda:

• 6 anni fa sono entrato in contenzioso giudiziario con una persona che aveva disatteso un importante contratto, procurandomi danni consistenti.

• Mi è stato riconosciuto il diritto ad ottenere un ristoro del danno subito e i miei avvocati, in conseguenza della non volontà di chi mi aveva danneggiato di ristorare il danno, hanno iniziato una procedura esecutiva immobiliare. Il bene oggetto del pignoramento era gravato da un’ipoteca e da un’azione giudiziaria, precedente alla mia, della Cassa di Risparmio di Asti. Nel frattempo, a seguito di una dolorosa vicenda personale, ho conosciuto il mondo dell’antiracket e antiusura, impegnandomi come volontario. In questa attività ho avuto, come ho scritto sul suo giornale, la fortuna di incontrare padre Massimo Rastrelli. In un colloquio, poi trasformato con il suo consenso, in intervista Padre Massimo mi ha ricordato il principio fondamentale di ogni attività in difesa degli indebitati. Non si opera per essere o sentirsi buoni, ma per il consolidamento del tessuto morale e sociale: “i debiti si devono sempre pagare ma la dignità del debitore va sempre salvaguardata”.

In queste poche parole virgolettate c’è tutto il senso di quello che vorrei ottenere con questa mia lettera aperta: da una parte denunciare: la profonda immoralità di alcune azioni, purtroppo ormai diffuse e ricorrenti; dall’altra far riflettere coloro hanno le doti morali per comprendere ciò che sta avvenendo e contrastarlo. In pochi numeri può essere riassunta tutta la profonda immoralità di questa vicenda:

• l’immobile al momento dell’azione giudiziaria valeva, secondo i dati dell’Ufficio delle Entrate, €165.100,00

• La perizia Tribunale di Asti gli ha attribuito un valore di €150.000,00 • Dopo tre aste andate deserte, l’immobile era arrivato ad essere offerto in vendita a €57.000,00 e poteva venire acquistato a €42.700,00.

• Ho allora chiesto che il giudice dell’esecuzione: “Autorizzi la fissazione delle successive vendite senza ulteriori ribassi” ritenendo che “il prezzo di vendita, se ulteriormente ribassato, scenda sotto i limiti della ragionevolezza”. Cercavo di impedire che alla prossima asta l’immobile fosse messo in vendita alla vergognosa cifra di euro 42.700,00 e potesse essere acquistato per l’ancora più vergognosa cifra di €32.000,00. 157 euro a metro quadrato, il 24% di quanto il debitore potrebbe ottenere dal suo immobile in una vendita non giudiziaria (prassi normale in altri paesi europei, più civili dell’Italia).

È evidente che se fosse concesso, a questo debitore, lo stesso trattamento concesso alle banche per gli immobili di loro proprietà, potrebbe avere perlomeno 4 anni per vendere al meglio e uscire, senza debiti e senza ulteriori problemi, da questa vicenda. Prima di questa mia richiesta, peraltro tardiva (avrei dovuto rendermi conto prima di quello che stava succedendo) la Cassa di Risparmio di Asti “ha chiesto di procedere nelle operazioni di vendita con ribasso del prezzo del 25%”. È una richiesta che mi lascia stupito, sulla base di due considerazioni: 1. La C.r. Asti è una delle poche banche rimaste sotto il controllo prevalente delle fondazioni bancarie (in questo caso Fondazione CrAsti), notoriamente dedite al sostegno del territorio ed alla beneficenza. Speravo che la Fondazione ispirasse una linea di condotta, verso i debitori impoveriti, eticamente migliore di quella delle grandi banche, ormai in netta maggioranza sotto il controllo prevalente dei fondi speculativi internazionali. 2. Ammettendo che nelle prossime aste si trovi qualche compratore, o per meglio dire speculatore, le entrate coprirebbero a stento i costi della procedura. Chi subisce l’esecuzione resterebbe comunque indebitato anche nei confronti della C.R. Asti. Si farebbe unicamente un regalo a qualche speculatore, che potrebbe comprare a €32.000,00 un immobile che poi, rivenduto al 60% del suo valore di mercato, frutterebbe €100.000,00. Lo speculatore conseguirebbe, a spese dell’indebitato, un guadagno pari a 10 volte il recupero reale realizzato dalla C.R. Asti con questa esecuzione immobiliare. Premetto che io spero che la magistratura, i cui componenti sono solitamente ispirati da forti valori morali di matrice laica o religiosa, accolga mia proposta di blocco del prezzo. Faccio comunque appello alla fondazione Cassa Risparmio di Asti (che si distingue per gli ampi interventi di beneficenza e solidarietà sociale sul territorio) perché: • intervenga nella sua qualità di azionista di riferimento e alla prossima udienza la C.R. Asti rispetti la dignità del debitore.

• Chieda che la dignità del debitore e non la sua punizione e mortificazione sia il faro dell’azione giudiziaria nei confronti delle famiglie impoverite. Mi rendo disponibile fin da adesso, e lei direttore può fornire tutti i miei recapiti, per un confronto su questi temi con chi avesse la sensibilità sociale e morale per intervenire.

Autoregolare l’attenzione Percorso di potenziamento dell’attenzione, concentrazione e regolazione della risposta impulsiva al fine di migliorare le capacità di apprendimento mediante strategie cognitive efficaci, rivolto a tutti i bambini dai 7 agli 11 anni per:
• Potenziare le abilità di ragionamento

• Stimolare attenzione uditiva e visiva

• Promuovere la flessibilità cognitiva

• Favorire il processo di autoregolazione

Il corso si terrà nel mese di novembre. Si svilupperà in 4 incontri, un giorno alla settimana per 1 ora e 30 minuti. Per informazioni e iscrizioni contattare: Dott.ssa Margherita Zambruno, Psicologa dell’età evolutiva; Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale. Cell: 339-3171610 – “Punto Salute” – via Edmondo de Amicis 2, Alessandria.

Giovanni Pastore

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