34a Giornata mondiale della Gioventù – La crisi latina e i giovani di Francesco

La 34a Gmg di Panama arriva in un periodo particolare per tutta l’America latina. Se da un lato in queste settimane i giovani di tutto il mondo, con gioia e fede, stanno movimentando la vita per le strade panamensi. Da un altro lato c’è la povertà, la paura e la sofferenza che stanno vivendo i paesi latini. Il nostro “viaggio” virtuale parte dalla grave crisi politico-istituzionale del Guatemala. Nel paese, dove il Presidente della Repubblica Jimmy Morale è stato accusato di corruzione, c’è un alto tasso di corruzione e di criminalità, con circa seimila omicidi all’anno. Nonostante ciò il Guatemala porterà alla Gmg diecimila partecipanti.

Ma sono ancora vive le immagini delle carovane di migranti honduregni, che scappano dalla povertà e dal crimine, attraversano Guatemala e Messico, con la volontà di arrivare negli Stati Uniti. Proseguiamo parlando del regime di oppressione che sta attuando il governo Ortega in Nicaragua. Anche il consiglio di sicurezza dell’Onu è intervenuto, dopo centinaia di arresti e morti (se ne contano più di 500) durante le manifestazioni di protesta contro il regime avvenute principalmente questa estate. I giovani nicaraguensi presenti all’evento con il Papa saranno 2.150. Continuiamo a macinare chilometri e arriviamo a parlare dell’Argentina, dove inflazione, debito pubblico fuori controllo rendono il paese sempre più povero. A questo va aggiunto un notevole crollo della valuta nazionale, il peso argentino. «All’inizio gli iscritti erano seimila, attualmente siamo circa 1.600» racconta sconfortato al Sir Milagros Dominici, referente della Pastorale giovanile della Chiesa argentina. Finiamo il nostro viaggio parlando di Panama. Da un lato gioiosa e pronta ad accogliere il Santo Padre, dall’altro in piena crisi sia nel trovare lavoro, che per accedere ai servizi sanitari e all’educazione. Allora, proprio per questo, vogliamo pensare che papa Francesco voglia catturare lo sguardo dell’opinione pubblica e far conoscere meglio queste terre, troppo spesso dimenticate.

Alessandro Venticinque