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Nulla sarà più come prima

“Fede e medicina” di Franco Rotundi

«Nulla sarà più come prima»: ce lo sentiamo ripetere ogni giorno da mesi. Nulla come prima almeno in molti settori: dalla scuola all’economia, fino al lavoro. Molti, come me, paventano anche nella concezione di democrazia, libertà e rispetto della Costituzione. Sicuramente la medicina dovrà tornare a fare i conti con una serie di orientamenti che apparivano scontati e che oggi non lo sono più.

Possiamo parlare delle grandi risorse profuse nella diagnostica preventiva delle malattie croniche, come il cancro, oppure nella ricerca e cura dell’infertilità, come la pratica costosissima della fecondazione in vitro (Fivet)? Due esempi, fra i tanti, da affrontare. Ma il tema è il seguente: come saranno impiegate le risorse economiche per la sanità? Posto che bisognerà fare una scelta “politica” sulla spesa e che le risorse stesse, dopo gli iniziali entusiasmi e fallaci promesse, non si moltiplicheranno certo, anzi si sottrarranno.

Bisognerà dunque scegliere. E la scelta sarà solo per il bene dei pazienti (vedi posti letto in attesa di epidemia) o anche per una prospettiva di ricerca “avanzata”? Non dimentichiamo che la campagna per la prevenzione e ricerca contro il cancro, per esempio, non si è mai arrestata, giustamente. Forse occorrerà “riconvertire”, previo un bilancio sui risultati di una trentina di anni, le risorse impiegate per certi studi: per esempio, molti tumori che hanno avuto scarso beneficio dalla diagnostica preventiva, o similmente molte malattie croniche degenerative.

Non sarà inoltre il caso di dire, finalmente, che la migliore prevenzione della sterilità di coppia è lo stile di vita, sia per maschio che per femmina? Che da sempre la menopausa ostetrico ginecologica è prima anagrafica che clinica? Tralasciamo, per ora, le eccezioni dottrinali sulla Fivet, molto chiare e semplici che, non casualmente, corrispondono ad una tristissima realtà clinica, sia per le donne-mamme, sia per i bimbi.

Le pratiche cliniche orrende come l’utero in affitto (mette tristezza la notizia dei bimbi abbandonati per Covid-19 in attesa adozione), non si realizzerebbero senza la complicità di noi medici… Penso che in queste prospettive, proprio il medico cattolico si dovrebbe sentire coinvolto.

Il dono della fede, proprio in questi ultimi tempi, ci può e deve guidare a essere i medici che curano i malati, che di noi hanno bisogno. La cura dei malati, con scienza e coscienza: è questa la vera, bella rivoluzione.

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