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Siamo pronti a cambiare?

Ripartono i Martedì d’Avvento: parla il professor Balduzzi

«Il messaggio di questi Martedì è che
senza la consapevolezza del cambiamento dentro la Chiesa
non sarà possibile un vero cambiamento neanche fuori dalla Chiesa»

Ripartono i Martedì d’Avvento, tra novità (in primis, il fatto che saranno online e non in presenza) e conferme. Ne parliamo con il professor Renato Balduzzi, ordinario di Diritto costituzionale nella facoltà di Giurisprudenza dell’Università Cattolica, e “motore” dei Martedì della nostra Diocesi.

Renato Balduzzi
Renato Balduzzi
Professor Balduzzi, che cosa succede ai nuovi Martedì d’Avvento?

«Succede che il primo Martedì, diversamente da quanto già annunciato, sarà… un giovedì! Questo perché lunedì 7 e martedì 8 dicembre ci saranno due ordinazione presbiterali (Santiago Ortiz e Domenico Dell’Omo, ndr), e noi ci spostiamo a giovedì 10. Ma solo per questa volta: il secondo Martedì rimarrà il 15 dicembre, come previsto. D’altronde, in un ciclo di incontri dedicati al “cambiamento”, anche un cambio di data ci sta (sorride). Ma il primo cambiamento è che gli incontri saranno in streaming, cioè su Internet (in fondo all’intervista troverete le modalità operative, ndr). E non in presenza all’Auditorium San Baudolino: adesso proprio non si può».

Parliamo del tema di questi Martedì: il cambiamento.

«È un po’ il “mantra” dall’inizio della pandemia. Credo che non si sia mai tanto parlato come in questo periodo di cambiamento di modello, di paradigma, di mentalità. Per la verità papa Francesco ci aveva da tempo esortato a renderci conto del vero e proprio cambiamento d’epoca intorno a noi. Questo lo hanno capito in molti, almeno a parole. Ma che cosa debba cambiare davvero, nel mondo e nella Chiesa, è il tema vero. E c’è una relazione tra i due cambiamenti: sarà difficile prendere sul serio il cambiamento d’epoca nel mondo se non vi sarà una corrispondente capacità di consapevolezza all’interno della Chiesa e nei singoli cristiani, che sono uno dei motori del cambiamento possibile».

Ignazio Ingrao, giornalista Rai
Ignazio Ingrao
Cominciamo allora dal primo incontro: giovedì 10 dicembre, alle ore 21, Ignazio Ingrao, giornalista Rai, interverrà su “Il cambiamento d’epoca e la Chiesa di papa Francesco”.

«Qualche volta siamo portati a pensare che lo “scossone” di papa Francesco finisca per farci perdere qualcosa della tradizione della Chiesa. Non riusciamo a comprendere che invece la vera tradizione cristiana è proprio il cambio di mentalità, la metànoia. Credo che Ignazio Ingrao, uno dei più attenti giovani osservatori della vita della Chiesa, possa essere la persona giusta per aiutarci a non avere timore del cambiamento».

Perché abbiamo così paura di cambiare?

«C’è una componente di comodità, o di interesse, nell’ambito di un proprio sistema di pensiero, anche cattolico. Ma forse c’è qualcosa di più profondo, e cioè l’idea che le nostre certezze consistano in un insieme di abitudini dottrinali, liturgiche e di comportamento. E, dunque, quando arriva qualcosa che modifica queste abitudini noi rischiamo di avvertire un’incertezza che mette a rischio le nostre convinzioni… ma questo non sembra corrispondere all’essenza del cristianesimo, che è la Croce: apparentemente un fallimento umano, che però dà la forza per avere speranza e per risorgere».

Andrea Riccardi, fondatore della Comunità di Sant'Egidio
Andrea Riccardi
Il secondo incontro dei Martedì d’Avvento sarà con Andrea Riccardi, fondatore della Comunità di Sant’Egidio, che dialogherà con lei su “Il cambiamento d’epoca nel mondo durante e dopo la pandemia”.

«Con Andrea Riccardi proveremo a comprendere meglio quali sono i cambiamenti reali, e quali i cambiamenti solo “delle parole”, e lo faremo guardando anche e soprattutto fuori dal nostro Paese: può essere un modo per capire meglio noi stessi. Anticipo un convincimento personale, che cioè alla fine di questo ciclo di incontri dovremo riconfrontarci con una frase del mahatma Gandhi: “Sii tu il cambiamento che vogliamo vedere nel mondo”. Non è un approccio riduttivo o moralistico, un semplice “fai tu il primo passo, porta il tuo mattone…”. È un approccio storico e realistico: il cambiamento avverrà nella misura in cui il cambio di mentalità, abitudini e giudizi si collegherà in me, in ciascuno di noi, con il cambiamento che chiediamo a tutti. Era profondamente cristiana questa intuizione di Gandhi, ricorda il “chi è senza peccato…” di Gesù nel Vangelo. Per questa via, ci riproporremo la domanda sul nostro prossimo: di chi noi vogliamo essere prossimo? A questa domanda il Papa ci ha già dato la risposta: “Fratelli tutti”. Una risposta che ha a che fare con la questione del cambiamento: durante questa pandemia abbiamo avuto la possibilità di capire meglio che la vera risposta è, appunto, “fratelli tutti”. Non è mero sentimentalismo, o mero buonismo, che comunque restano atteggiamenti positivi: è la presa di coscienza del cambiamento d’epoca».

Il primo “cambiamento d’epoca” sembra essere papa Francesco, che ha iniziato a scandalizzarci da quel suo «Buonasera» pronunciato in mondovisione il giorno della sua elezione…

«(Sorride) Sarebbe strano se non fosse così, no? Vorrebbe dire che saremmo già pronti al cambiamento. Ma non è così: il messaggio di questi Martedì d’Avvento è che senza la consapevolezza del cambiamento dentro la Chiesa non sarà possibile un vero cambiamento neanche fuori dalla Chiesa. La risposta più profonda alla provocazione del cambiamento è l’Incarnazione, e quindi il tempo di Avvento in cui si medita l’Incarnazione diventa, anche per i non credenti o per coloro che sono in ricerca, il kairòs: il momento opportuno per fare i conti con sé stessi e con gli altri».

Gli incontri saranno trasmessi in streaming sui canali social della Diocesi di Alessandria e di Voce alessandrina. Per maggiori informazioni consultate i siti internet diocesialessandria.it e lavocealessandrina.it

Andrea Antonuccio

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