“La testa e la pancia” di Silvio Bolloli
La recente sconfitta casalinga rimediata dai Grigi (con l’aggravante della territorialità dell’incontro) contro una formazione pur prestigiosa come il Como apre inquietanti interrogativi non solo sull’invernale mercato di riparazione ma anche sulla campagna acquisti della scorsa estate e su come il collettivo che ne è scaturito è stato gestito sin qui.
Da tempo diciamo – e il recente risultato ce ne ha dato amara conferma – che la nobile posizione di classifica dei Grigi non deve illudere troppo avuto riguardo alla penuria del gioco sin qui espresso, soprattutto nel corso degli ultimi due mesi, così facendoci pervenire alla determinazione finale che il punteggio importante è stato più frutto della qualità di giocatori quasi sempre avvezzi a calcare campi di categorie superiori che non al valore dell’organico inteso nel suo complesso.
Tuttavia, le modalità e le risultanze del recente mercato di riparazione pongono domande ben più inquietanti se guardiamo al modo in cui lo stesso è stato gestito sia dal punto di vista della quantità che della qualità: e qui occorre spiegarci meglio. Arrivare, infatti, pressoché a metà di un Campionato che era stato progettato per vincere immettendo in squadra una punta, un esterno, un difensore e un paio di centrocampisti, è un po’ come voler dire che la corazzata pensata per abbattere la concorrenza ha avuto bisogno di essere aggiustata un po’ dappertutto e questo già significa che il lavoro svolto in estate non è forse stato così esente da pecche ma vi è dell’altro.
Perché, dunque, acquistare uomini che – con la sola eccezione di Mustacchio (nella foto di copertina con la maglia del Crotone) – non si possono definire d’altro livello? Non sarebbe stato forse più semplice prendere uno o due giocatori ma di caratura e consistenza tali da poter veramente far fare il salto di qualità ad un intero collettivo? Adesso è facile gettare la croce sull’allenatore ma anche chi sta dietro la scrivania dovrebbe fare una seria riflessione sul proprio operato.