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La cristologia “blasfema” dei racconti evangelici

“La recensione” di Fabrizio Casazza

«È fuori di sé». La cristologia “blasfema” dei racconti evangelici. A prima vista sembrerebbe un po’ inquietante il titolo dell’ultimo lavoro di don Aldo Martin (nella foto), rettore del seminario diocesano di Vicenza e docente stabile presso l’Istituto Superiore di Scienze Religiose della città veneta, di cui in passato fu anche direttore. La prefazione di monsignor Antonio Pitta, celeberrimo biblista e pro rettore della Pontificia Università Lateranense, che definisce «intenso e accattivante» il saggio, tranquillizza. Ma allora di che si tratta?

L’opera, appena pubblicata da Edizioni Messaggero Padova (pp 135, euro 11), parte da una domanda originale: le offese, esplicite ed implicite, che nei quattro vangeli sono rivolte contro Cristo, «hanno un ruolo puramente decorativo, folkloristico quasi, oppure misteriosamente hanno anch’esse qualcosa di interessante da dire su Gesù?». La ricerca, accurata nell’analisi e scorrevole nella prosa, porta a sostenere la seconda ipotesi.

Per esempio, definendolo come indemoniato, gli avversari in realtà ne affermano, all’opposto, l’identità divina; ritenendolo fuori di sé, lo indicano non condizionato dagli schemi; accusandolo di trasgredire la Legge, mostrano la sua autorevolezza; bollando come sovversiva la sua predicazione, ne descrivono la vicinanza al popolo; contestando il suo essere eunuco per il Regno dei cieli insieme ai suoi discepoli, evidenziano la fecondità paradossale della sua vita. Insomma, don Martin riesce a far parlare persino le critiche e le cattiverie contro Cristo facendo capire che esse nascondono una verità: saper leggere tra le righe induce allora a tratteggiare un quadro più completo sulla vicenda umana del Figlio di Dio.

Assolutamente condivisibile la conclusione del libro: «Anche una cristologia blasfema, dunque, in ultima analisi, concorre sorprendentemente a consegnarci un ritratto di Gesù a tutto tondo, in cui pure le voci dissonanti e negative contribuiscono provvidenzialmente a farcelo conoscere e apprezzare ancora di più».

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