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«Preghiamo per la Vita!»

Intervista a Larives e Diego, nuovi responsabili dell’Ufficio famiglia diocesano

Domenica 5 febbraio alle ore 21.00 nella chiesa di San Pio V (in spalto Gamondio ad Alessandria) si terrà la Veglia di preghiera per la vita, organizzata dalle nuove Aree pastorali “Vita Affettiva” e “Fragilità” della nostra Diocesi, in occasione della 45ª Giornata nazionale per la Vita promossa come ogni anno dalla Cei, la Conferenza episcopale italiana.
«Ringrazieremo il Signore che ha creato l’uomo come un prodigio per il dono della vita, pregando per la sua difesa e custodia, affidando a Lui le necessità e le situazioni di morte che vicino a noi e ovunque nel mondo gridano alla vita» dichiarano insieme i coniugi Larives Bellora e Diego Lumia (nella foto), responsabili dell’Ufficio famiglia diocesano da dicembre 2022.

Larives, Diego: che senso ha oggi una “Giornata per la Vita”?
Larives: «Il senso è quello di ritornare all’essenziale, cioè prendere consapevolezza che la vita è un dono gratuito del Signore per la nostra felicità».
Diego: «In questo tempo in cui sembra non ci sia più un orizzonte o una speranza, sapere che siamo stati desiderati e creati da Dio ci porta a vivere la vita in pienezza, sapendo che Lui ci accompagna ogni giorno».

Quali sono oggi i “nemici” della vita?
Diego: «Il primo nemico è l’incapacità di gioire e di essere felici. Molti vivono con le ferite del passato e non hanno avuto la possibilità di incontrare qualcuno che gli abbia fatto gustare la gioia di vivere. E per questo tendiamo a sopravvivere, o a vivere come dei condannati a morte, senza un dopo. Perché la vita non è solo quella che sperimentiamo qui sulla Terra: noi siamo nati e destinati all’Eternità».

Larives: «Guardandosi intorno, mi sembra che il nemico della vita è pensare che nelle situazioni più difficili e complicate della nostra esistenza non ci sia altra soluzione che eliminare il problema, cioè la vita stessa. Ma questo, secondo me, è dovuto al fatto che non ci facciamo carico delle difficoltà degli altri, perché significa faticare e soffrire insieme… significa dare tempo e risorse. Per noi allora è più facile trovare la soluzione più rapida, che però è anche la più dolorosa. Forse noi pure abbiamo delegato una responsabilità così delicata ad altri “enti” o istituzioni. Come se invece il farsi carico non facesse più parte della nostra missione di cristiani».

Ma fare queste Giornate per la Vita non va un po’ nella direzione della “delega” a un altro, con la emme minuscola?
Larives: «Sì, effettivamente la sensazione che si ha è un po’ questa. Nella Giornata per la Vita chi è preposto a questo compito solitamente fa le sue iniziative, più o meno “religiose”, ma che in fondo non ci toccano più di tanto. Per carità, non tutti sono così: ma il rischio c’è».

E quindi perché la fate?
Diego: «Guarda, la nostra non è un’iniziativa “esterna”, fatta perché dobbiamo farla. Vogliamo ritornare alla fonte della vita, a Colui che ci ha creati come un prodigio, per poterci guardare con gli stessi occhi con i quali ci guarda Dio. Pregare per la vita è lasciarsi guardare da Gesù vivo in mezzo a noi, e tornare a vivere. Se abita in noi il Signore della vita, allora saremo spinti a donare vita agli altri con il Suo stesso amore, perché altrimenti saremo vuoti e non daremo nulla. Noi proponiamo la vita di Dio, non la nostra».

Larives: «A te che ti senti scoraggiato, stanco, che non vedi una via di uscita o vivi nella solitudine; oppure a te che invece senti nel cuore il desiderio di metterti a servizio, di impegnarti per la vita, noi diciamo: “Vieni, e vedi!”».

Esiste una mentalità largamente dominante che vede le cose in maniera profondamente diversa. Voi pensate che questa iniziativa possa invertire questa tendenza?
Larives: «Noi possiamo solo testimoniare ciò che abbiamo sperimentato: e cioè che se affidiamo la nostra vita a Dio le priorità e i valori cambiano. E quello che è scomodo e difficile per il mondo è ciò che invece ci dà più gioia, anche nelle difficoltà. Quando lo Spirito Santo, che è Signore e dà la vita, abita in noi, si sperimenta davvero la stessa pace e la stessa gioia di Colui che ha vinto la morte».

Diego: «Proprio perché oggi ci sono tante belle testimonianze di esistenze trasformate dal Signore, domenica 5 in questa veglia legata alla Giornata per la Vita ascolteremo una esperienza significativa di una persona che ha sperimentato l’essere stata accolta nonostante molte difficoltà, e per questo desidera ringraziare il Signore: perché si sente privilegiata dal Suo amore. Oltre alla testimonianza, presenteremo al Signore tutte le ferite alla vita e le situazioni in cui c’è bisogno, per le quali chiederemo la guarigione. Siamo sicuri che nella preghiera comunitaria il Signore genererà nuova vita. Pregheremo particolarmente per le coppie che desiderano avere un figlio, e insieme a don Stefano Tessaglia per coloro che invece si preparano a congedarsi da questo mondo per andare al Padre».

 Andrea Antonuccio

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