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«Fidarsi e affidarsi. Lasciare tutto a Lui»

Area pastorale vita affettiva e fragilità

Buonasera, sono Patrizia Bellese, sono di Alessandria, moglie e mamma di un ragazzo di 26 anni; faccio parte del Rinnovamento nello Spirito Santo e come molti di voi, cerco nel mio piccolo di vivere la fede cristiana. Sono qui per raccontarvi un po’ di me e per condividervi come Dio, mi ha aiutato nelle varie situazioni della mia vita.
Ringrazio per prima cosa il Signore per il dono della mia nascita perché i miei genitori, una diciottenne e un ventiquattrenne, hanno portato avanti la gravidanza di questa bambina nonostante la giovane la giovane età: non era scontato visti i tempi sobri in cui vivevano, negli anni sessanta.

Nel 2020 mi hanno diagnosticato un tumore, sono stata operata e mi sono mi affidata al Signore proprio mentre in qui giorni veniva beatificato un giovane che io già seguivo da tempo: Carlo Acutis; mente infatti ero molto sofferente seguivo in tv la sua beatificazione e gli ho promesso che, appena sarei stata bene, gli avrei fatto visita ad Assisi dov’è deposto, nel Santuario della Spogliazione, e che avrei mi sarei dedicata ad aiutare il prossimo nel volontariato. Così quando stetti meglio vi andai.
Portando nel cuore questa promessa, nel Pellegrinaggio in Cittadella del 26 giugno, in occasione della Giornata Mondiale delle Famiglie, ebbi il desiderio nel cuore di dedicarmi al volontariato nel Centro Aiuto alla Vita presente all’evento, perché ho sempre pensato alla vita come prodigio dono del Signore.

Mi viene in mente un episodio significativo nel periodo in cui mi è stato diagnosticato il tumore: mentre ero in ospedale in un primo ricovero, in camera con me c’era un giovane che aveva deciso di abortire è provai tanto dolore per lei perché era giovanissima, come mia madre quando sono nata, ho cercato di testimoniarle la mia gioia di esserci e esortarla a non porre fine alla vita che portava nel grembo perché un giorno si sarebbe pentita e nel momento in cui si fosse trovata anni dopo davanti a un bambino della stessa età del suo sarebbe emerso in lei un dolore non facile da dimenticare.
Purtroppo, lo fece e io pregai per lei: piansi per la scelta che aveva fatto perché riconoscevo e riconosco ancora che “noi siamo privilegiati, siamo nati e non moriremo mai più: in Cristo siamo fatti di eternità!”.

L’eternità! Mia nonna materna, infatti, pur avendo avuto tanti figli mi diceva che quando sarebbe venuta a mancare, finalmente avrebbe riabbracciato la sua adorata figlioletta Anna, morta di pertosse in tenera età, perché sapeva che la sua vita sia, pur breve, era vita eterna.
Questo per me fu un seme di fede che mi ha aperto lo sguardo verso il cielo.
Oggi purtroppo il dolore ha di nuovo bussato alla porta della nostra famiglia: anche mio marito è un malato oncologico e anche se siamo costretti ogni giorno ad andare a Milano per le terapie, radio e chemio, in questa situazione continuo a fidarmi di Dio e dei suoi disegni.
Non cedo alla disperazione ma mi apro la speranza. Fidarsi e affidarsi. Lasciare tutto a Lui. Noi siamo i suoi prodigi: lasciamoci amare e guidare dal Lui, che è la Via, la Verità e la Vita.

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