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Abusi sui minori in Portogallo: le vittime sono oltre 4.800

Il report

Lunedì 13 febbraio è stato pubblicato il rapporto finale della Commissione indipendente per lo studio degli abusi sessuali sui minori nella Chiesa cattolica in Portogallo che ha convalidato 512 testimonianze, su un totale di 564 ricevute, relative a casi avvenuti tra il 1950 e il 2022. E il 3 marzo, a Fatima, è prevista un’assemblea plenaria straordinaria dei vescovi portoghesi per esaminare il documento. A prendere parte alla presentazione c’era il gesuita padre Hans Zollner, membro della Pontificia Commissione per la Tutela dei minori. Il coordinatore della Commissione, Pedro Strecht, neuropsichiatra infantile, ha dichiarato che queste testimonianze, raccolte tra gennaio e ottobre dello scorso anno, indicano una rete di vittime «molto più estesa» che comprenderebbe oltre 4.800 vittime. «Non è possibile quantificare il numero totale di reati» ha detto lo specialista, dato che alcune vittime sono state abusate più volte. L’età media attuale delle vittime è di 52 anni, e il 20,2% ha meno di 40 anni. Le testimonianze provengono da residenti in Portogallo e da emigrati, con una preponderanza di vittime di sesso maschile (52%). Registrati casi in tutti i distretti, in particolare in quelli di Lisbona, Porto, Braga, Santarém e Leiria.

Strecht ha parlato di «vere e proprie zone nere», con particolare impatto sui decenni dal 1960 al 1990: quasi il 25% delle testimonianze riguarda casi avvenuti dal 1991 a oggi. Circa metà delle persone ha confidato la propria condizione per la prima volta, in alcuni casi dopo aver atteso anche dieci anni, proprio nel contatto avuto con la Commissione. I casi segnalati si sono verificati soprattutto in «seminari, collegi e istituzioni di accoglienza, confessionali, sacrestie e case dei sacerdoti», compresi, più recentemente, campi e attività all’aperto. Il numero totale degli abusatori non è stato reso noto, ma la Commissione ha rivelato che non si tratta di un numero elevato e che il 96% sono maschi e il 77% erano preti al momento degli atti. Dominante l’abuso “continuato” (nel 27% dei casi è durato più di un anno l’abuso), a partire, in media, da un’età della vittima di 11 anni.

Le vittime, il 25,8% si ritiene cattolico praticante, raccontano di essersi allontanate dalla Chiesa come istituzione e dalla pratica religiosa, aspettandosi delle «scuse». Sette i casi accertati di suicidio tra le vittime. I presunti abusatori ancora in vita saranno identificati e l’elenco sarà inviato alla Chiesa cattolica e alla giustizia entro la fine di febbraio. Si richiede una giustizia «rapida ed efficace», e si sottolinea che il trattamento degli abusatori richiede una «psicoterapia intensiva» poiché «un accompagnamento spirituale non è sufficiente».

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