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Che cos’è (e dov’è) la vera gioia?

L’Editoriale di Andrea Antonuccio

Care lettrici, cari lettori,

siamo entrati nell’Avvento e domenica scorsa, per la prima volta nella nostra Diocesi, abbiamo festeggiato l’inizio dell’Anno pastorale con una festa. Come ha detto il nostro Vescovo, aprendo i festeggiamenti: «L’intenzione è quella di stare insieme tra di noi, davanti a qualcosa di bello». E così è stato: erano tante le persone che hanno risposto all’invito e si sono assiepate davanti alla Cattedrale per gustare le prelibatezze preparate dal “Favorite!” e ascoltare il concerto dei Joy Gospel Singers, prima della Celebrazione eucaristica delle 18 con il Mandato ai catechisti (sul Paginone trovate le immagini più significative).

Chi è venuto alla Festa era contento: vedersi e bere insieme un bicchiere di cioccolata calda è un gesto semplice, ma non è affatto banale. Forse dovremmo recuperare la gioia nel nostro ritrovarci: tante, troppe volte, ho visto nei nostri eventi diocesani volti contriti e “tirati”, come se Cristo fosse venuto per intristirci, e non per salvarci. Salvarci: cioè restituirci la gioia di non essere soli, di sapere che c’è Qualcuno che tifa per noi anche nei momenti più bui dell’esistenza. Basterebbe questo per essere felici. Il problema è che non ce ne rendiamo conto e ci lasciamo abbagliare da traguardi effimeri: i soldi, il successo, il riconoscimento sociale… questo non succede solo agli “altri”: succede anche a noi, che dovremmo avere in Gesù Cristo un antidoto potente contro le illusioni del mondo.

Eppure, quante volte vediamo che le preoccupazioni, anche nella nostra Chiesa, sono meschine? Credo che fare festa possa aiutarci non a distrarci dalla vita di tutti giorni, ma a ricentrarla. Che cos’è (e dov’è) la vera gioia: è questa la mia domanda per l’Avvento. Mi sembra sempre più evidente che se Gesù non fosse nato potremmo solo di-vertirci. Ma noi facciamo festa per con-vertirci.
E non è un gioco di parole.

direttore@lavocealessandrina.it

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