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Alessandria racconta – Sant’Ugo Canefri

Ugo Canefri nacque intorno al 1168 (altre fonti propendono invece per l’anno 1148) a Gamondio dai conti Arnoldo e Valentina Fieschi. Appena ventenne, s’imbarcò da Genova per partecipare alla terza crociata assieme al marchese Corrado del Monferrato e a Guala Bicchieri, console di Vercelli. Avendo visto con i propri occhi gli orrori della guerra, decise di entrare nell’Ordine dei Cavalieri Ospitalieri di S. Giovanni in Gerusalemme, i quali mutarono poi il nome in Cavalieri di Malta. Al termine della crociata, venne destinato all’Ospedale della Commenda di San Giovanni di Pré a Genova in qualità di cappellano ovvero magister hospitalis o precettore, laddove si dedicò alla cura degli infermi e dei pellegrini. Ad avviso dello studioso Giacomo Bosio, autore della Historia dell’ordine di Malta: “era di corpo piccolo e magro; vestiva pelli, portava sopra le nude carni il cilizio, e dormiva sopra una tavola, abbasso all’ospedale, in quella parte che guardava la marina. In questi ed altri esercizi si occupava egli servendo a’ poveri con carità grandissima, dando egli con amor grande le cose necessarie, e talora anche con profondissima umiltà lavando loro i piedi con le proprie mani, e andava a seppellire i morti”. Uomo di profonda fede, amava ritirarsi in preghiera all’interno di una grotta lungo la collina sovrastante l’ospizio, nei pressi di un torrente che sgorgava tra Oregina e San Barnaba. Pochi anni dopo la sua morte, avvenuta l’8 ottobre 1233, venne sepolto nella chiesa di San Giovanni di Prè, che tuttora sorge accanto alla loggia dei Commendatori Gerosolimitani. Nel 1631 la Sacra Congregazione dei Riti lo elevò all’onore degli altari. Venerato anche con il nome di Sant’Ugo da Genova, gli vengono attribuiti diversi prodigi legati all’elemento acqua. Il più celebre è noto per l’appunto come “il miracolo di S. Ugo”. Si narra, infatti, che Ugo Canefri abbia fatto scaturire una polla d’acqua da una roccia nella valletta a monte della Commenda al fine di evitare alle l a v a n d a i e dell’ospedale di percorrere un tragitto lungo e faticoso per lavare i panni degli ammalati. S e c o n d o la tradizione popolare avrebbe anche tramutato l’acqua in vino, salvato una nave in pericolo di naufragio e guarito uno storpio dopo che questi per cinque notti aveva vegliato sopra la sua tomba. Senza dubbio può considerarsi il primo santo collegato cronologicamente alla neonata città di Alessandria sorta proprio nel 1168. A Malta, e per il Martirologio Romano, la sua memoria liturgica ricorre l’8 di ottobre, mentre nel Proprium Genuense del 1645 la festa è assegnata al 19 dello stesso mese.

Mauro Remotti

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