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Favor Debitoris – Guadagni a spese degli impoveriti

Avevo concluso il precedente articolo della nostra rubrica ricordando che nei prossimi 2 o 3 anni ci saranno 225.000 famiglie che perderanno la casa di abitazione. Un fenomeno sociale di dimensioni bibliche che travolgerà tutta la rete di assistenza che parrocchie e comuni cercano di allestire. Una tragedia che passa sotto silenzio e non viene denunciata perché sta permettendo a settori della società italiana (non di rado legati ad interessi malavitosi) di realizzare guadagni favolosi. Per rendersi conto degli interessi coinvolti e dei guadagni possibili è necessario ricorrere ancora una volta all’elaborazione statistica, sul materiale di cui nel precedente articolo si è dato conto. Sulle esecuzioni immobiliari concluse nel 2017 possiamo anche fare un calcolo delle percentuali di recupero del creditore e sul margine di indebitamento residuo del debitore.

Dalla nostra stima, il creditore recupera il 30% del credito, lasciando quindi il debitore senza casa ed indebitato per tutta la vita. Nella stima del T6 il creditore recupera circa il 40% del credito. Nello studio del T6 viene fatta una osservazione condivisibile sulla stima Bankitalia, che valuta questo recupero intorno al 54%, non calcolando la maggiore incidenza sulle piccole case di famiglia dei costi di esecuzione. Quindi il debitore, ripetiamo oltre aver perso la casa di abitazione, resta indebitato per il 60 o il 70% del suo debito. Di conseguenza sarà perseguitato dal recupero crediti per tutta la vita, sarà oggettivamente spinto verso il lavoro nero e verso il mercato parallelo del credito, magistralmente descritto dal procuratore nazionale antimafia Roberti su Economy Mag del luglio 2017.

È possibile quindi comporre la seguente tabella per le esecuzioni immobiliari concluse sulle case di famiglia nell’anno 2017: 18.400 esecuzioni immobiliari su immobili residenziali (quasi tutti prime case); per un valore di mercato di 3 miliardi che viene valutato, in sede di perizia, a solo 2,4 miliardi, con un ricavo lordo di 1,1 miliardi di euro. 730 milioni sono recuperati dai creditori, 360 milioni è il costo delle attività esecutive di cui 290 milioni di compensi. E gli speculatori ci guadagnano un miliardo, lasciando alle famiglie 1,5 miliardi di debito.

Possiamo a questo punto rispondere al quesito: “Che interessi copre chi non vuole riequilibrare le esecuzioni immobiliari?” I dati statistici sono chiarissimi:

a)  Si è ormai consolidato uno strato sociale che guadagna gestendo la spoliazione degli impoveriti, il Prof. Capponi lo chiama giustamente “il drappello dei professionisti”.  Il bottino è enorme ed è pagato dagli impoveriti che resteranno massicciamente indebitati. Proiettando i dati del 2017 al monte esecuzioni previsto si hanno le seguenti previsioni di guadagno per il “drappello”: Le attività esecutive costano 4,4 miliardi di euro di cui 3,6 per i compensi. A fronte di somme così cospicue, si capisce come alcuni professionisti eletti in Parlamento con i voti degli impoveriti indebitati, nelle liste dei cosiddetti partiti populisti, sostengano l’attuale sistema delle esecuzioni e si oppongano di fatto a qualunque intervento che voglia restituire un minimo di equilibrio. Lo stesso stanno facendo alcuni dei consulenti scelti dai partiti populisti come consulenti del governo.

b) gli speculatori che sistematicamente comprano alle aste avranno in mano (avendolo pagato mediamente 1/3 del suo valore) un valore immobiliare che poi, rivenduto al 70% del valore di mercato, porterà a guadagni di 12 miliardi.

Sul sistema delle aste gli speculatori, che spesso operano con capitali di dubbia provenienza, guadagnano il 25% in più di quello che recupera il creditore e rubano agli indebitati un terzo del valore dei loro immobili. Sono somme colossali, alla base del malaffare che, con cadenza oramai settimanale, esplode anche sui giornali. Gli speculatori ci guadagnano 12,2 miliardi di euro e il debito residuo delle famiglei ammonta a 18,4 miliardi. c) È incredibile che nelle Fondazioni bancarie e nelle banche stesse nessuno comprenda:

• che i creditori, complice la marmellata consociativa degli strati burocratici e professionali italiani, cederanno un terzo del valore degli immobili esecutati agli speculatori.

• che, dietro lo storytelling dei grandi proclami di snellimento delle procedure burocratiche, dietro la fake “lo vuole l’Europa” si stia consumando una tragedia per le famiglie e le Pmi italiane, il nerbo del made in Italy e della ripresa del Pil.

Per segnalazioni o richieste di aiuto: segreteria.favordebitoris@gmail.com.

Giovanni Pastore

 

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