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Le reliquie esposte al santuario delle Immacolatine – Santa Bernadette è arrivata ad Alessandria

Mercoledì 24 aprile, alle 13.30 le reliquie di Santa Bernadette Soubirous hanno fatto il loro ingresso nel Santuario delle suore Immacolatine, in via Tortona ad Alessandria. «Penso che Santa Bernadette sia un richiamo a una fede genuina semplice, fatta di concretezza» ci racconta suor Odilla Bertuccio, Madre superiora delle Immacolatine.

Madre Odilla, cosa rappresenta per voi l’arrivo di queste reliquie?
«Bernadette e la Madonna di Lourdes sono quasi la stessa cosa. E questa Santa ci porta proprio all’incontro con Maria. Siccome la “nostra” Maria è Immacolata di Lourdes, ed è quella apparsa a Bernadette, è importante averla qui. Anche dal punto di vista spirituale, proprio perché il nostro santuario è dedicato a Maria immacolata e ripropone la grotta di Lourdes».

Chi è per lei Bernadette, cosa la affascina di più?
«Per me Bernadette è veramente l’immagine della persona che piace a Dio. La sua umiltà e la sua piccolezza mi parlano e mi dicono come Maria abbia scelto la persona più analfabeta e ignorante, nel senso che ignorava veramente tutto. Ma in realtà l’ha scelta nella sua piccolezza perché era capace di contenere il divino. Mi piace perché crescendo ha detto: “Io voglio passare la mia vita ad amare, non voglio perdere nemmeno un instante senza amare”. Per me Bernadette è una grande creatura».

Che cosa dice alla nostra fede la semplicità di cuore di Bernadette?
«Ci può dire che per conoscere e incontrare veramente Dio bisogna essere piccoli, umili. Allora davvero la fede diventa viva, perché Dio lo incontri, lo tocchi proprio per la tua piccolezza. Noi non riusciamo a incontrarlo per il nostro egoismo, abbiamo la nostra autonomia, ci crediamo degli dei, mentre invece il Signore vuole che noi facciamo come Lui, essere a Sua immagine e somiglianza. E questo Bernadette ce lo dice, ci invita a lasciarci invadere da Dio. Lei ha saputo capire il linguaggio di Dio perché era completamente “svuotata” dalla cattiveria, dalla supponenza e dall’egoismo».

Come possiamo leggere la venerazione della reliquia? Non si rischia di essere un po’ superstiziosi?
«Bisogna stare molto attenti, perché siamo portati a perderci un pochino, ad avere degli idoli. E non dobbiamo soffermarci al corpo o alla reliquia, ma dobbiamo fare un salto: questo corpo è servito perché è stato casa di Dio e ci deve portare a Dio. Altrimenti siamo superstiziosi e finiamo fuori dalla strada di Dio. Se non entriamo nella realtà che il corpo è stato utile per amare e lodare Dio, non serve a nulla perché è come un oggetto qualsiasi».

Bernadette ha “influenzato” la vita e la fede di madre Carolina Beltrami?
«Diciamo che non abbiamo molti scritti di madre Beltrami su Bernadette. Madre Beltrami ha incontrato Maria e ha dedicato tutto alla comunità, la comunità delle Immacolatine. Sicuramente la spiritualità verso Maria lega madre Beltrami e Bernadette».

Un motivo per contemplare le reliquie?
«Bernadette senza Maria non la riconosciamo, perché Maria ha dato tanto a lei. Ha trovato questa creatura talmente bella… La Bellezza salverà il mondo ma, io aggiungo, anche l’umiltà e la semplicità lo salveranno. E Bernadette si rifà a questi atteggiamenti e ci porta a Maria. E la Vergine ci porta a suo Figlio, soprattutto dopo Pasqua. Questo è un richiamo al Risorto tramite la Madonna che ha voluto servirsi di Bernadette, perché capace di poterla capire e conoscere. Come una macchina fotografi ca che sa cogliere le cose più nascoste, anche i dettagli più in ombra».

Alessandro Venticinque

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