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La battaglia di Sergio continua

FAVOR DEBITORIS

Rapporto creditori-debitori: conta il valore dei principi morali

Nei mesi scorsi ho più volte parlato su questo giornale della vicenda di Sergio. All’inizio con un doveroso anonimato, come in tutti gli altri casi paradigmatici che ho trattato su queste pagine. Quando poi la vicenda è esplosa, ed è diventata oggetto di telegiornali e prime pagine, ho spiegato che stavamo parlando dell’imprenditore monzese Sergio Bramini, ormai assurto a simbolo del debitore incolpevole, triturato, come centinaia di migliaia di altre famiglie, dalla cultura dello scarto, così spesso denunciata da papa Francesco. Alla fine del 2018 la sua casa era andata all’asta per un terzo del suo valore, la svendita a valore vile della loro proprietà avrebbe condannato la famiglia di Sergio a restare debitrice per tutta la vita. Nessun italiano aveva presentato offerte, soltanto un imprenditore cinese, senza conoscere la storia di Sergio, aveva depositato una busta. Io ero presente all’asta e l’imprenditore cinese, vista la moglie di Sergio in lacrime, si era ritirato e, ribadendo i principi morali della sua religione, aveva garantito con calore a Sergio che mai gli avrebbe portato via la casa.

Nonostante l’asta deserta, la casa era stata lo stesso attribuita all’imprenditore cinese, che però, più volte, aveva ribadito, anche pubblicamente, che non intendeva più acquistarla. Nel mese di dicembre 2018 tutti i giornali, perfino quelli sportivi, avevano riportato la notizia che Sergio e la sua famiglia erano stati ammessi alla procedura della legge 3/2012 (la “salvasuicidi”): la famiglia di Sergio avrebbe sempre perso la casa, ma la stessa sarebbe stata venduta ad un valore superiore, permettendo di chiudere tutti i debiti. Come succede in tutti i Paesi civili, ma non in Italia, con la perdita dei beni la famiglia sarebbe stata sdebitata e Sergio, ma soprattutto i suoi tre figli, avrebbero potuto ripartire senza debiti. In primavera, con una decisione improvvisa, l’imprenditore cinese ha deciso di accettare la svendita della casa (ripeto, a un terzo del suo valore). La battaglia giudiziaria sta continuando. È però importante, a prescindere dalle vicende giudiziarie, riprendere il valore dei principi morali nel difficile rapporto creditori-debitori. Soprattutto in una società che sta diventando sempre più multietnica (il 20% degli abitanti di Milano è straniero), e quindi multireligiosa.

Nella nostra società la rinascita del razzismo è sotto gli occhi di tutti, nonostante gli sforzi delle autorità religiose e delle migliori autorità laiche per contrastarli. In questa situazione ritengo importante fare conoscere un appello molto presente sul web (https://www.facebook.com/groups/217223451687193/ permalink/2329893437086840/), che nel difficile rapporto creditori-debitori mette giustamente al centro il valore dei Principi morali. Le sentenze vanno e vengono ma i rapporti fra gli esseri umani si basano sui valori. Nel rispetto dei valori religiosi e morali, di tutte le etnie dell’unica razza umana, può crescere la convivenza civile.

Giovanni Pastore

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