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Collezioni “sotto i baffi”

Collezionare per credere

Omino Bialetti, Super Mario, Zorro e non solo…

“Che cos’è quel dito di pelliccia che si dipana fiero appena al di sotto della columella del naso?” Il collezionismo pullula di baffuti: per fare qualche nome basta citare Mister Potato, l’omino delle Pringles, la Gioconda di Duchamp, Super Mario Bros, Magnum P.I., l’omino Bialetti, Zorro… Lo scrittore alessandrino Pee Gee Daniel (pseudonimo di Pier Luigi Straneo), autore de “Il manuale dei baffi ” (2019) edito da “Battaglia Edizioni”, ci dice che il senso di portare i baffi è rimasto del tutto immutato, da migliaia di anni a oggi. I baffi sono il segno distintivo più vanitoso che l’uomo possieda; da quando faceva il poliziotto a Torino vent’anni fa, li ostenta fiero sul viso e nel suo sfizioso manuale ne descrive usi, motivazioni, nessi inconsci, indagando le ragioni per cui alcuni maschi scelgano di portare i baffi, scandagliando storia, arte, mitologia…

Il cartaceo elogio ai baffi , in un centinaio di pagine, racconta i vari tipi di mustacchi, soffermandosi su come fare per ottenerli e soprattutto su quali attrezzi usare per conservarli. Il collezionismo non solo si diverte a “barberizzare” opere d’arte famose, come avviene nell’emblematica Gioconda leonardesca, ma offre in quest’ultimo periodo una fitta selva di gadget coi baffi, insomma farciti di mustacchi. Del resto i baffuti personaggi, le icone cinematografiche, le mascotte e gli eroi mitologici che si sono distinti nel loro campo non sono pochi e rimangono, anche grazie ai loro baffi, più impressi nella memoria collettiva. Non tutti per cose buone, purtroppo. Il compendio di aneddoti diventa, infatti, premessa per un discorso storico sul rapporto Barbari-Romani in tema di “invasioni baffariche”; per proseguire con l’oriente del Rajastan, dove i Rajput “sarebbero pronti a perdere la vita, piuttosto che i propri baffi”. E ancora i Normanni ai quali si deve, con tutta probabilità, “il ritorno del baff o in Occidente”, i Celti per approdare ai baffi esagerati dell’artista Salvador Dalì…

Sarebbe riduttivo narrare la storia del “dito di pelliccia” soltanto con le iconiche immagini di Einstein e Frida Khalo, senza chiamare in causa il collezionismo, dall’Omino Bialetti al videoludico Super Mario: infatti si possono annoverare moltissimi beniamini dai baffi a spazzolone, bizzarri, stalinisti, a ferro di cavallo, a spazzolino… Il negozio “Original Barber Shop” in via Vochieri 55 espone, a cominciare dall’insegna, una nutrita carrellata di stampe e altri cimeli in questa direzione. Purché raccogliere non diventi una barba!

Mara Ferrari

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