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Una vita di fede

Per vivere bene la fede ci vogliono un discernimento continuo e un nuovo linguaggio

Non c’è niente di più difficile che parlare di come si può vivere la nostra fede. Forse è per questo che pensando a questi numeri speciali di Voce, siamo partiti da qui. Molti pensano che la vita di fede sia un fatto privato, che l’unico elemento pubblico siano le regole da rispettare e che molto superficialmente leggiamo come “le cose che non si fanno” o “le cose che dobbiamo fare”. Mi ci metto anche io in questo sottogruppo (forse il più numeroso), e credo che persino alcuni di voi, anche solo per una volta, abbiano chiesto di essere salvati dal ciclo di incontri sulle dinamiche relazionali e le loro prospettive sinergiche nella vita odierna, organizzato in parrocchia.

Vi svelo un segreto: questo non vuol dire non essere dei bravi cristiani. Ce lo racconta bene Costanza Miriano «una cristiana, una moglie e una mamma», giornalista di Rai Vaticano e autrice di sei libri, tra i quali “Si salvi chi vuole. Manuale di imperfezione spirituale”. La vita spirituale è un “combattimento” è quello sforzo che facciamo quotidianamente nel tentativo di trovare un momento nella giornata per pregare, che sentiamo nel giramento di stomaco prima della confessione, quando suona la sveglia alla domenica mattina per andare a Messa, quando cerchiamo di non addormentarci agli incontri sulla Parola e quando ci dimentichiamo che è il venerdì di digiuno. Secondo l’autrice del libro, e i suoi confratelli e consorelle del Monastero Wi-fi, sono proprio questi cinque i pilastri della vita di fede: ­preghiera, parola di Dio, confessione, Eucaristia e digiuno.

Ho deciso di partire da questo libro, per due motivi: il primo è sicuramente l’empatia che nella lettura del libro si è creata con l’autrice grazie alla descrizione delle sue fatiche e dei suoi sforzi; il secondo invece è il brevissimo manuale di istruzioni, per poter solidificare le basi della propria vita di fede e partire nel lungo viaggio del discernimento. Ovviamente una vita di fede non può stare tutta dentro ad un libro, ma da qui si può partire. Così, stimolato dal libro, ho deciso di sacrificarmi e di provare in prima persona l’esperienza del monastero Wi-fi e il 19 ottobre sono stato al secondo incontro ufficiale, ospitato nella Basilica di San Paolo fuori le mura. Sono stato accolto come “un confratello” e ho potuto dare una mano nella parte pratica dell’organizzazione. Tra i relatori, religiosi e sacerdoti, ciascuno con il proprio carisma, ma tutti dentro la Chiesa. Se devo essere sincero però, a convincermi della bontà del “monastero senza fili”, ma ad “alta fedeltà” è stato ciò che non ho trovato: niente ideologie, niente politica, niente strategie pastorali. Solo Gesù. Lui l’ho trovato.

Enzo Governale

Leggi anche l’intervista a Costanza Miriano:  https://bit.ly/33dYa3Y

Leggi anche “Le cinque colonne di una vita di fede”:  https://bit.ly/2Ce8xsF‎

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