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Il nostro Ospedale festeggia Sant’Antonio

Venerdì la tradizionale Messa per il Patrono celebrata da monsignor Gallese

Venerdì 17 gennaio, alle ore 17, con la celebrazione eucaristica presieduta dal vescovo Guido, la nostra comunità locale festeggerà Sant’Antonio abate, nella chiesa a lui dedicata presso l’ospedale civile.
La celebrazione del patrono costituisce un appuntamento ormai tradizionale e molto sentito dall’intera città di Alessandria. Da qualche anno ormai, per rendere questa festa ancora più inclusiva e partecipata, occasione di approfondimento delle molteplici attività dell’ospedale, il programma è ricco di eventi, estesi su un’intera settimana. Anche il prezioso patrimonio storico dell’ospedale, composto sia da libri antichi sia da quadri, dipinti, sculture e dalle stesse strutture architettoniche, è poi oggetto di valorizzazione e diffusione, grazie anche al supporto del Fai. L’attuale azienda ospedaliera, infatti, ha alle sue spalle una lunga storia: gli ospedali di San Biagio e di Sant’Antonio costituivano infatti due degli undici “ospizi” medievali della città di Alessandria. Il primo, già documentato in un atto del 1353, era situato nel quartiere Rovereto, mentre l’ospedale di Sant’Antonio, posto nell’attuale via Treviso, è ricordato in atti pubblici della fine del ‘400: era forse il più importante e in esso venne incorporato in seguito quello di San Biagio.

Lo “Spedal Grande Santi Antonio e Biagio” occupava così un intero isolato di circa 6.000 mq ed era dotato di una chiesa presso la quale aveva sede una confraternita istituita nel 1585 “per compiere opere di pietà e misericordia verso i poveri ricoverati”. Negli stessi anni venne poi creata una Congregazione generale, che procedeva ogni anno ad eleggere la Congregazione dell’Ospedale, composta da un Priore (di solito un medico cittadino) e da quattro deputati o regolatori i cui compiti erano molteplici e interessavano sia il campo amministrativo sia quello sanitario, assistenziale e anche religioso. Verso la fine del 1700, poi, gli amministratori dello Spedal Grande decisero di costruire un nuovo ospedale nell’attuale sede. Venne così dato inizio all’esecuzione del progetto dell’architetto Giuseppe Caselli di Castellazzo Bormida e il 10 giugno 1772 fu posta la prima pietra della nuova struttura, aperta ufficialmente il 2 settembre 1790. Le corsie, a forma di T, occupavano la parte centrale del complesso: quella disposta verticalmente era dedicata alle donne, mentre quella disposta trasversalmente era dedicata agli uomini. Fra il 1887 e il 1890 venne poi completata la monumentale facciata tuttora visibile. I secoli ci consegnano dunque un luogo tuttora ricco di storie e di professionalità, simbolicamente dedicato a due santi guaritori: sappiamo infatti come i fedeli accorressero numerosi per ottenere guarigioni dall’eremita Antonio, considerato il difensore dei poveri ma anche il protettore da tutti i tipi di contagio. A San Biagio, invece, venne attribuita la capacità di difendere dal mal di gola. Entrambi i santi patroni incarnano quindi la protezione dai mali del corpo e dello spirito, e rappresentando dei maestri di carità che diventano ancora oggi un punto di riferimento per la comunità.

Don Stefano Tessaglia

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