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Cosa temere, quando il Papa diventa Padre?

L’Editoriale di Andrea Antonuccio

Care lettrici, cari lettori,
oggi, giovedì 17 dicembre, papa Francesco compie 84 anni. Forse vi sarete accorti che su Voce abbiamo a cuore quest’uomo, quello che fa, quello che dice e come lo dice. Esattamente tre anni fa (era il 16 dicembre 2017) ho avuto la grande grazia di incontrare il Papa in Vaticano, insieme con gli altri direttori delle testate cattoliche (ero anche con mia moglie Lucia, che proprio il 16 dicembre festeggiava il suo compleanno… che colpo, eh?).

Il Santo Padre, dopo alcune battute lette sui fogli che si era preparato, cominciò a parlare a braccio del compito dei giornalisti (cattolici e non), dimostrando di avere ben presente che cosa significa fare un giornale, e fare un giornale come il nostro: diocesano (quindi “di partito”? Spero di no), aperto alla realtà (ma non schiavo dei facili meccanismi del consenso, nello stile e nella scelta delle notizie) e, cosa per me assolutamente rilevante, non “moralistico” (come se noi, i “migliori”, dovessimo insegnare agli altri come ci si deve comportare).

In quell’occasione ebbi la netta percezione di avere davanti un uomo potente in umanità, che stava parlando a tutti ma nello stesso tempo (e, direi, soprattutto) a me. La stessa esperienza l’ho rifatta più avanti, con maggior chiarezza, quando dal mio letto di ospedale, sotto il casco dell’ossigeno, vidi sul cellulare quell’uomo che sotto la pioggia offriva al Signore le sue (e le mie) sofferenze.

Era il 27 marzo: Francesco pregava per il mondo, e misteriosamente per me. Quanto mi sei stato padre, fratello e amico, caro Francesco… Se un giorno dovessi incontrarti di nuovo (e quanto mi piacerebbe!), ti ringrazierò per avermi fatto compagnia in quei giorni così duri, per me e per i miei cari. La tua era (è!) la “compagnia di Gesù”, che ci ha donato un vero innamorato di Cristo per affrontare con certezza il cambiamento d’epoca a cui siamo chiamati.

Andrea Antonuccio
direttore@lavocealessandrina.it

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