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Speciale Sinodo minore diocesano: «Da pastore ho scelto. E voi, volete camminare con me?»

Monsignor Guido Gallese

Crisi e cambiamento: il cuore.

Questo Sinodo arriva in un momento fondamentale per la nostra Diocesi: un momento di crisi, ma anche un’opportunità di cambiamento. Dobbiamo riorganizzare la pastorale, perché le nostre parrocchie non hanno un numero di persone e carismi sufficiente per gestire i bisogni di una comunità cristiana, che prendono tutto l’arco di vita della persona, da quando viene battezzata fino a quando muore. Da un altro punto di vista, è anche un’opportunità di cambiamento: adesso è il momento di ripensare le cose, in un modo nuovo, secondo quella che è la nostra realtà odierna. Crisi e cambiamento: due cose che spesso vanno insieme nella nostra vita. E la tentazione è quella di rivolgerci a una serie di strutture, modalità, percorsi che più facilmente possiamo vivere nella quotidianità. Ma in realtà, il punto è il cuore.

Il sepolcro vuoto.

Quello che stiamo vivendo adesso è esattamente quello che hanno vissuto i discepoli di Emmaus. È il giorno di Pasqua: al mattino le donne, prima del sorgere del sole, vanno al sepolcro e non trovano il corpo di Gesù. Vedono il sepolcro aperto, la pietra ribaltata, i lini usati per la sepoltura: ma Gesù non c’è. Le donne dicono di aver avuto una visione di angeli che affermano che Egli è vivo, e dopo vanno ad annunciarlo agli apostoli. Pietro e Giovanni partono, vanno al sepolcro. Giovanni racconta questo episodio dicendo che arriva, si ferma fuori del Sepolcro, ma lascia entrare per primo Pietro, che arriva un po’ più tardi perché più anziano e corre meno velocemente.

Verso Emmaus.

Prima di apparire agli apostoli, Gesù appare a questi due discepoli che da Gerusalemme vanno a Emmaus, tornano a casa. Stanno esattamente facendo la strada al contrario: il luogo della risurrezione è a Gerusalemme, bisognerebbe andare tutti lì a festeggiare ed essere contenti, a dire «il Signore è risorto», ma loro a questo annuncio rimangono sconcertati e tornano a casa, sono delusi. Mentre stanno camminando, Gesù in persona si avvicina e cammina con loro, che però non Lo riconoscono. I loro occhi erano impediti nel riconoscerLo, perché quando Gesù risorge il titolo del riconoscimento non è lo sguardo fisico, ma è la fede. Gesù si avvicina e dice: «Ma di cosa state parlando? Che sono questi discorsi che fate durante il cammino?». E loro si fermano «col volto triste»… Sono desolati: «Ma come, sei così straniero da non sapere cosa è successo in questi giorni a Gerusalemme?». E narrano (a Gesù!) di Gesù… è un po’ singolare, no?

Dal volto triste al cuore che arde.

Sono sfiduciati, hanno il volto triste e continuano il cammino verso Emmaus, allontanandosi da Gerusalemme. Gesù li ascolta e poi comincia a raccontare le profezie che Lo riguardano. «Stolti e lenti di cuore a credere in tutto ciò che hanno detto i profeti. Non bisognava che il Cristo patisse queste sofferenze per entrare nella sua gloria?». Quando arrivano vicino a Emmaus, Gesù fa per proseguire ma loro gli dicono: «No, rimani con noi, ormai si fa sera». Le parole di Gesù sono come un balsamo per il loro cuore, e lo invitano a fermarsi con loro. «Quando fu a tavola con loro, prese il pane, recitò la benedizione, lo spezzò e lo diede loro. Allora si aprirono loro gli occhi e lo riconobbero». È interessante che lo riconoscano nello spezzare del pane. Noi non sappiamo se tecnicamente quella fosse una Messa, ma non è questo il punto: è il richiamo, ci dice di un luogo di incontro, di riconoscimento del Signore Gesù. Che poi sparisce: «Ed essi dissero l’un l’altro: “Non ardeva forse in noi il nostro cuore mentre egli conversava con noi lungo la via, quando ci spiegava le Scritture?”».

Un problema di fede

Questo testo è bellissimo, ed è la nostra situazione. Noi dobbiamo camminare insieme: partiamo condividendo le nostre tristezze, la nostra delusione, la nostra insoddisfazione, le cose che non vanno… Il punto da capire è che abbiamo un problema di fede: «Stolti e lenti di cuore nel credere». Un problema di fede, che però viene messo in luce soltanto dall’incontro con Gesù. Ora, carissimi, io devo dirvi che oltre al cambiamento del cuore, alla conversione del cuore, ci sono da fare anche delle cose concrete. Guai a noi se cambiassimo il cuore e poi continuassimo la vita uguale identica. Ma guai a noi anche se diciamo: «Sì, il nostro vescovo ha fatto un bel discorso sui discepoli di Emmaus. Ma noi adesso cosa facciamo?». Come se le cose dipendessero dal fare. Non è questo, non è una questione tecnica. Il punto è se noi abbiamo o no la capacità di vivere questo incontro.

In cammino con il Signore.

Il Sinodo, “σύν” e “ὁδός”, fare strada insieme, è il luogo, è la strada da Gerusalemme verso Emmaus nella quale noi speriamo di incontrare il Signore. Dove lo vogliamo incontrare? Nel nostro parlare, noi vogliamo che sia Gesù stesso a parlare a noi, magari attraverso un fratello. Abbiamo bisogno di chiederci se abbiamo incontrato il Signore, di ricordarci questo incontro, di vedere che altri hanno incontrato il Signore, di ascoltare quello che hanno da dirci, di implorare di poterLo incontrare. E avere, da questo incontro, la forza e la gioia per cambiare.

Dalle parrocchie alle Unità pastorali.

Come facciamo a cambiare? Solo attraverso un cammino di comunità. Come comunità ci riuniamo insieme, camminiamo insieme, ci incontriamo, e io vorrò essere fare insieme a voi questo cammino. Però c’è bisogno di una scelta, ora. Come pastore, ho scelto cosa fare per la nostra Chiesa alessandrina, quale modello seguire. In tanti lo stanno utilizzando in Italia, alcuni già da diversi anni, e noi dobbiamo scegliere come realizzarlo nella nostra Diocesi: è il modello delle Unità pastorali. Volete farlo con me, volete camminare con me e vedere come servire la comunità in modo nuovo, più pieno, più bello?

Desidero incontrarvi.

Io voglio venire a incontrarvi. Incontrare chi? Coloro che già adesso fanno, a diverso titolo, un servizio alle parrocchie (vedi box a destra). Ecco, tutte queste persone io le desidero incontrare, e vorrei che insieme parlassimo della vita delle nostre comunità: ma vorrei anche che lo facessimo a partire da un incontro, quello con il Signore. Mi auguro di poter affrontare insieme a voi questi temi, e di sentirci ardere il cuore nel petto. Grazie al cammino di questo Sinodo.

† monsignor Guido Gallese
Vescovo di Alessandria

Un cammino, una pagina e il materiale

Tutto il materiale, le schede per gli incontri, le tracce, così come i video con il discorso integrale del nostro Vescovo e di don Stefano sono disponibili sulla pagina dedicata. Digita diocesialessandria.it/sinodominore2022. La pagina verrà aggiornata durante questo cammino sinodale.

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