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Mal di primavera

La pediatra Sabrina Camilli

C’è il sole, ma l’aria a tratti è ancora gelida, eppure i fiori spuntano sugli alberi e i pomeriggi rimangono luminosi più a lungo. Questo dovrebbe mettere noi e la nostra prole inevitabilmente di buon umore: eppure proprio in questo periodo di transizione ci capita di vedere bambini stanchi, se non addirittura spossati e sicuramente parecchio irritabili. Sensazioni che peraltro proviamo anche noi adulti. La vulgata comune chiama questa particolare condizione psicofisica “mal di primavera”. Abbiamo chiesto alla dottoressa Sabrina Camilli di aiutarci a capire di cosa si tratta e di insegnarci a gestire al meglio questo momento di défaillance.

Dottoressa Camilli, che cosa si intende per “mal di primavera”?

«Ormai siamo alle porte della primavera, nonostante il freddo di questi giorni. Come tutti gli anni, chi tra noi è più sensibile e soprattutto i nostri bambini possono risentire di quello che viene definito come “mal di primavera”. Generalmente è dovuto a uno squilibrio ormonale innescato dall’aumento del tempo di luce e al graduale aumento delle temperature. Queste modificazioni dell’ambiente esterno portano il corpo a produrre una maggior quantità dell’ormone cortisolo, detto anche “ormone dello stress” che permette al nostro organismo di fornire l’energia necessaria con l’arrivo della nuova stagione. Ecco da dove derivano sintomi come irritabilità e stanchezza».

Come influisce su questa situazione, il fatto che le giornate si stiano lentamente allungando?

«Il nostro corpo risente di quello che è un cambio del ritmo circadiano legato alla luce dove ormoni come la serotonina (ormone della vigilanza) prodotta di giorno e la melatonina prodotta di notte (ormone del recupero e della rigenerazione cellulare) vengono a modificarsi con l’allungarsi delle giornate. Se il nostro fisico non è pronto a questo cambiamento, ne risente».

Perché questa primavera, che abbiamo atteso così a lungo, ci sembra più faticosa di altre?

«Quest’anno i sintomi sopra descritti sono manifesti in più persone per via delle conseguenze fisiche e psichiche dell’infezione da Covid-19, che molti di noi hanno avuto negli ultimi mesi invernali: sia adulti sia bambini presentano disturbi del sonno e difficoltà di concentrazione. Tutto questo porta ad affrontare l’attività quotidiana scolastica o lavorativa con un maggior dispendio di energie e soprattutto con grande difficoltà nel recuperarle. Penso sia importante, conoscendo i punti deboli dei nostri bambini, evitare che arrivino a manifestare sintomi conclamati. Per questo consiglio sempre verso fine gennaio di somministrare vitamine e sali biochimici come forma di prevenzione».

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