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“Sono stato straniero” e “Ricominciare a credere”

“La recensione” di Fabrizio Casazza

Le Edizioni Messaggero Padova propongono due interessanti volumi di approfondimento biblico a cura di qualificati esegeti. La presenza degli stranieri in Italia è un tema che appassiona e divide l’opinione pubblica e talvolta anche la comunità ecclesiale. Ci si può legittimamente chiedere: come si pone al riguardo la Sacra Scrittura? Chi desidera una risposta seria, documentata ma sintetica può leggere il libretto Sono stato straniero (pp 80, euro 8) di Matteo Crimella, presbitero dell’arcidiocesi di Milano che ha conseguito il dottorato in Scienze Bibliche presso l’École Biblique di Gerusalemme, attualmente docente presso la Facoltà Teologica dell’Italia Settentrionale e in passato Ordinario presso l’Istituto Superiore di Scienze Religiose di Alessandria.

Il testo tiene innanzitutto a precisare che la Bibbia non va utilizzata «come una cava di pietra da cui estrarre citazioni utili per dare autorità alle argomentazioni, ma occorre lasciarsi provocare da essa, per elaborare un pensiero che sia da una parte coerente con la rivelazione di Dio attestata nelle pagine della Sacra Scrittura, e dall’altra parte attento alla complessità contemporanea».
Così Abramo per tutta la vita è accompagnato dalla «condizione di esule, di straniero e di pellegrino» e proprio attraverso di essa è raggiunto dalla benedizione divina, così come avviene per la donna moabita Rut. Gli stranieri possono essere accolti all’interno del popolo eletto e i pagani, grazie alla parola dei profeti come nel caso della città di Ninive, possono essere raggiunti dalla salvezza.

L’analisi esegetica induce don Crimella a concludere che «la figura del credente, in ambito biblico, si dà solo come la figura di uno straniero», anche se ciò non avviene in modo lineare e pacifico. Anzi, «si coglie all’interno della Bibbia ebraica una tensione tra rifiuto dello straniero e sua protezione, messa al bando e accoglienza». La Scrittura quindi non esime il cristiano di oggi dalla fatica del discernimento rispetto alle situazioni contemporanee.

Ricominciare a credere (pp 140, euro 13) vuole costituire, come recita il sottotitolo, un itinerario biblico-liturgico per giovani e adulti. L’autore è il sacerdote Andrea Albertin, Ordinario di Sacra Scrittura presso l’Istituto Superiore di Scienze Religiose di Padova e docente in altri centri accademici. Nella prefazione monsignor Claudio Cipolla, vescovo di Padova e membro della Commissione della Conferenza Episcopale Italiana per la famiglia, i giovani e la vita, pone in luce il pregio del volume sia nell’anelito ad avvicinare coloro che desiderano riprendere un percorso di vita cristiana sia nell’aiuto alla parrocchia a «offrire quel patrimonio che è chiamata a custodire e a donare».

Si tratta secondo don Albertin di «comprendere la realtà con una mentalità biblica» per «fare esperienza della forza generativa della Bibbia, che contiene e annuncia le verità utili per la nostra salvezza, presenti dentro gli avvenimenti di ogni tempo ed epoca».

Grazie a questa nuova generazione di esegeti la Sacra Scrittura suscita interrogativi, nutre la riflessione, stimola la ricerca di un senso per l’esistenza quotidiana, induce una revisione delle prassi pastorali per mettervi al centro appunto la Bibbia.

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