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Dogma e Occidente, un articolo di mons. Giampaolo Crepaldi

DALLA CARTA INGIALLITA – Non sempre la carta ingiallita è esaustiva e sovente provoca problemi di gestione, così quest’oggi ho trovato carta ingiallita su Internet. L’articolo È intitolato Il dogma cattolico e l’Occidente, di S.E. Mons. Giampaolo Crepaldi (7/12/12).

Il pezzo esordisce con una meditazione magnifica, sottolinea il riguardo e l’importanza che troppo sovente viene a mancare nell’antico continente verso il cristianesimo. Sovente ci limitiamo a vedere il cristianesimo come la religione che ha influenzato arte, scienza e cultura. Ciò che lega il cattolicesimo all’Occidente e la storicità del dogma “vuol dire che il dogma ha sempre anche un contenuto storico, reale e non può essere relegato nell’astratto o nel mito”. Dopo una breve analisi delle prime verità di fede l’autore si concentra sul dogma dell’Immacolata concezione voluto da Pio IX, il quale sosteneva che tutte le mancanze nascessero dalla negazione del peccato originale e dunque della inconciliabilità tra peccato e Dio. In quell’epoca andava diffondendosi l’idea che lo scopo della vita doveva essere il progresso del mondo e dell’uomo, esso doveva essere autonomo della Chiesa, la religione era utile al progresso e a questo doveva essere subordinata, anche per questo proclamò il dogma dell’Immacolata Concezione di Maria “vincitrice gloriosa delle eresie”. La grande devozione e fedeltà a questa verità venne ribadita dal Papa del risorgimento nella scelta della data di proclamazione, avvenuta nel l’8 dicembre 1854, la Quanta cura e il Sillabo medesimo giorno del 1864 idem nel 1869 all’apertura del concilio Vaticano I. Noi uomini del 2000 abbiamo il progresso umano e del mondo, siamo in grado di mantenere l’idea e la gravità del peccato? La Chiesa è per noi una comunità che trasmette verità a cui siamo chiamati o una forma di benessere?

Se la risposta è in dubbio recitiamo con sempre maggiore intensità il Credo e l’atto di fede sintesi di ciò in cui siamo obbligati a credere per conquistare il posto preparato per noi in Paradiso.

Alessandro M. Capra

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