#Recensione – L’invenzione della laicità

È proprio vero che il pensiero liberale è incompatibile con la prospettiva cattolica? Il filosofo Dario Antiseri risponde di no nel suo ultimo lavoro, L’invenzione cristiana della laicità (Rubbettino, pp 120, euro 12), il cui titolo diciamo subito che appare un po’ riduttivo rispetto al più ampio campo d’indagine del testo.

La prima parte chiarisce diffusamente che «il liberale non è un conservatore. Il conservatore si aggrappa all’esistente e teme il nuovo; il liberale, pur non considerando tutti gli sviluppi un progresso, vede però nel progresso della ricerca una fondamentale finalità degli sforzi umani» (p. 32). Inoltre «il conservatore teme le novità; il liberale, invece, assume la concorrenza come procedimento di scoperta del nuovo, cioè di di erenti soluzioni di problemi tra le quali poter scegliere, di volta in volta, la migliore» (p. 39).

La seconda parte s’interroga sulla compatibilità tra cristianesimo e laicità dello Stato. La risposta è affermativa: «la secolarizzazione è un chiaro esito del monoteismo ebraico-cristiano» (p. 49).

A illustrare questa tesi vengono brevemente tratteggiate alcune gure, «grandi maestri del liberalismo cattolico»: il beato Antonio Rosmini, lo scrittore Alessandro Manzoni, lord Acton, don Luigi Sturzo, l’economista Wilhelm Röpke.

La terza parte si so erma su una questione particolare: l’istruzione, il cui monopolio statale «è negazione di libertà; è in contrasto con la giustizia sociale; devasta l’e cienza della scuola» (p. 97). Per quanto riguarda la situazione italiana è da rilevare che «le rette pagate dalle famiglie che iscrivono i loro gli alla scuola paritaria fanno risparmiare allo Stato circa sei miliardi di euro ogni anno» (p. 105).

Insomma, le tre parti del volume sembrano sinceramente molto più ampie e ricche rispetto al titolo; tuttavia appare interessante il gua- dagno dell’analisi sul nesso non solo possibile ma anche doveroso tra una prospettiva laica e la fede cristiana.