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Oratori della diocesi – Sant’House: un Triduo pasquale in comunità

I giorni del Triduo pasquale sono i più importanti per chi vive la fede cristiana, che proprio da essi ha origine. Perché allora non fare in modo che siano importanti anche per i ragazzi, che non sono solo il futuro, ma il presente della nostra Chiesa? Nasce così, da un’idea semplice “presa in prestito” da amici, l’esperienza di Sant’House: tre giorni da vivere insieme in parrocchia. Tre giorni, dal mercoledì pomeriggio alla sera del Venerdì Santo, in cui avere la parrocchia (in questo caso Sant’Alessandro, per gli amici Sant’A) come casa (house) respirando l’aria del Triduo, l’aria di Pasqua. Un ritiro?

Sì e no. L’idea non è infatti quella di “ritirarsi” dal mondo e dalla propria quotidianità, ma quella di aprire la propria quotidianità a una dimensione pasquale. Ciascuno è quindi libero di mantenere i propri impegni (dalla scuola, agli allenamenti sportivi, agli stage lavorativi e così via) avendo però come base non casa propria ma la parrocchia. Al tempo stesso, i ragazzi hanno la possibilità di vivere l’esperienza pasquale in una dimensione comunitaria. Si sa che “giovane tira giovane”, e quest’anno, come il precedente, hanno partecipato più di 30 ragazzi in età di medie e superiori. In secondo luogo, con la Comunità parrocchiale: le celebrazioni del Triduo pasquale vengono infatti vissute con e nella Comunità, e la spiegazione del loro significato e della loro simbologia permette di rendere ai ragazzi stessi più chiaro il collegamento tra le varie parti di quest’unica grande Messa che termina con la Veglia pasquale.

«Il ringraziamento» dicono gli animatori «va ai ragazzi in modo speciale: a quelli che ci credono e soprattutto a quelli che non ci credono o non sanno ancora se crederci o meno, perché crederci non è facile, né scontato, mai. E tuttavia questi ragazzi ci sono lo stesso, e, anche se non sempre sanno con precisione in quale direzione, sentono di voler camminare insieme con noi dandoci fiducia. E con noi, nella Comunità, vivono e donano una gioia che non è comune ma che viene da Gesù che ci mette e ci tiene insieme».

Tommaso Brondolin

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